Fa in allegria il verso a Palazzeschi, dietro la copertina con l’alfabeto fiorito, Walter Pedullà. Dallo scrittore fiorentino facendo originare l’umorismo con cui caratterizza l’ultimo secolo. Con Palazzeschi popolano la raccolta molti affini, alcuni a sorpresa, D’Arrigo, Pasolini, Testori.
Pedullà, decano dei critici del Novecento, fa a suo modo un primo bilancio del secolo. Che pone all’insegna del “diverso”: giocoso, scherzoso, divagante, sempre lieve. A modo suo, a sua volta sorridente: è il libro-summa di un “critico militante”, ma è sua volta inventivo e narrativo. Pieno cioè delle sorprese che una buona narrazione non finisce di riservare al buon lettore. E' egli stesso il Gadda della critica, bonario più che burbero, ma sempre sorprendente, tanto più nell'ordinario, senza artificio.
Palazzeschi si celebra in breve, dopo tanto parlare, col geniale “Titoli di Aldo Palazzeschi”. Gadda vi è protagonista di “Cinquanta domande postume”, intervista immaginaria. Chiude il libro una raccolta di “Lazzi, frizzi, schizzi, girigogoli e ghiribizzi in merito alla condizione degli italiani e degli umani”, appunti politici, sociologici, di mestiere, nella vena satirica del critico scrittore. Sempre beneficiato dal cortocircuito con si arriva all’incognita, all’epifania, secondo la lezione del maestro Giacomo Debenedetti.
Walter Pedullà, E lasciatemi divertire!, Manni, pp. 278, € 18
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