Invece del promesso cartone di “Heidi”, Rai Due inflessibile prolunga il question time che vede protagonista Di Pietro. Ora, Di Pietro è ministro ma continua, con visibile gaudio, a fare il comico: con strafalcioni ricercati, smorfie, divagazioni, risposte interminabili a quesiti semplici, senza mai rispondere (deve dire se l’autostrada Salerno-Reggio sarà chiusa per un decennio a Gioia Tauro, con danno per i trasporti della Sicilia tutta, di cui praticamente raddoppia, o quasi, i tempi - è così, l’autostrada è già chiusa, ma Di Pietro nega). Il tutto vigilato dal piccolo occhio furbesco. E uno si chiede: sono alla Rai, in Parlamento, ascolto un ministro, o sono in un noioso teatrino?
“Sono grandi comici i politici”, Sgarbi l'altra settimana ha teorizzato alla stessa Rai Due per ridimensionare Grillo, mimando Bossi, Di Pietro, Andreotti & Co. È vero, questa politica è un teatro comico, ma di avanspettacolo: si raccontano barzellette aspettando le soubrettes. Che sono già vizze benché giovani, veline, postine, squillo e portatrici di droga, ma le chiappe e le tette in qualche modo sporgono ancora alte. Questi comici invece sono suonati, più che altro parlano per passare il tempo, aspettando un magistrato integerrimo, un criminale pentito, un giornalista etico che li spazzi via, draghi di cui s’immaginano nel frattempo sangiorgi. Preparandosi acconcia giustificazione davanti alla storia che chiederà loro conto dei gravi danni inflitti all’Italia: ma noi scherzavamo.
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