venerdì 12 ottobre 2007
Governa il partito che non c'è
Si rinverdiscono tra i grandi del giornalismo i fastosi anni 1980, con i partiti trasversali e le campagne tra “Repubblica” e “Corriere”: “Sei il centro mascherato!”, “Tu sei l'estremista!”, il solito ping-pong per allocchi, con aggraziati dibattiti, sul dopo Prodi, che invece – grazie anche a questi manierati duelli – ne ride a Palazzo Chigi. Se ne potrebbe arguire l’indigenza della politica - com'è nell’auspicio dei grandi giornali, che suppliscono a tutto, anche alla politica. Se non fosse che la guerra figurata, con tutti questi bum! e minuetti, serve sempre a coprire il governo reale, del partito che non c’è, della borghesia che si nega. Detto anche partito della crisi, o dell’Italia di merda. Il governo dei supplenti: i belli-e-buoni, un po’ di banca e un po’ di giornali, un po’ di affari e un po’ di moralismo, un po’ di maneggioni e un po’ di sbirri, i mejo.
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