Sono entrambi riservati e entrambi uomini di potere. E si fanno gioco di sponda per la conquista di Generali, sotto la presidenza Geronzi. Non si dice ma si sa. Anche se da posizioni oggi apparentemente concorrenti, la presidenza di Intesa e quella di Mediobanca.
Anche in passato è sembrato ci fosse qualche attrito. Sulla Commerciale, che Geronzi contese per qualche tempo a Bazoli – ma era solo per fare un piacere a Cuccia. O in politica, Bazoli a sinistra (corse per un’investitura alle elezioni del 2001, che poi andò a Rutelli), Geronzi moderato – ma si trattava di due maniere della stessa politica, domare Berlusconi. Li divideva anche Fazio, il governatore della Banca d’Italia, di cui Bazoli diffidava mentre Geronzi ne era stretto amico – poi s’è visto che non era amicizia.
Lo stesso schema si riproduce oggi, per Generali e in Telco-Telecom. Intesa e Mediobanca sono concorrenti nel controllo di Telco, e i management delle due banche non fanno mistero di propositi bellicosi. Ma Bazoli e Geronzi tacciono. Allo stesso modo in Generali, dove il sommovimento in corso si presenta come una rivolta contro Mediobanca. In realtà non c’è un attacco a Generali, Algebris è solo un espediente per movimentare il titolo in Borsa. Il disegno è di portare l’ultima grande soggetto finanziario laico dentro l’area confessionale, con una presidenza Geronzi – di garanzia, naturalmente, di equilibrio, di stabilità.
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