Si vara la Finanziaria, dopo tre mesi di annunci, e quali sono le novità?
“Visco: presto l’Irpef leggera”, apre “Il Sole 24 Ore”. “Repubblica” apre anch’essa con Visco ma va molto più in là: “A gennaio sgravi sui salari fino a 40 mila euro l’anno”. Il “Corriere” invece tace, per pudore, o per non essere nella manica di Visco.
L’Ici si riduce sulla prima casa, è l’unica notizia certa e concorde. Ma si tace che il risparmio medio sarà di cinquanta euro. E che oltre la metà dei Comuni hanno già aumentato le aliquote, mentre un Comune su tre ha avviato la revisione dei coefficienti catastali, a carico del contribuente, retroattiva di cinque anni.
Si portano in detrazione gli affitti, fino a un massimo di 300 e di 150 euro, in dipendenza dal reddito. Ma con procedure tali che bisognerà fare ricorso al fiscalista, che costa altrettanto, se non di più.
Il pubblico impiego fa 70 mila assunzioni, 50 mila per turnover e 19 mila in deroga al blocco. Così dettaglia “Il Sole 24 Ore”. Le assunzioni erano 200 mila sullo stesso giornale un mese e mezzo fa. L’anno scorso la Finanziaria stabiliva 200 mila stabilizzazioni nel pubblico impiego, non ne è stata fatta nessuna.
I fondi per la ricerca scientifica previsti inizialmente dalla Finanziaria, insufficienti e inferiori al 2007, sono stati dirottati a copertura delle maggiori spese per gli italiani all’estero, rappresentati dai due senatori che tengono in vita la maggioranza, e degli oneri per l’accordo con gli autotrasportatori.
Non sono previsti fondi per i contratti, scaduti o in scadenza, del pubblico impiego.
Non sono previsti in nessuna forma, neppure ipotetica, fondi per migliorare il reddito disponibile dei salari, pubblici e privati, che a questo punto è fra i più bassi in Europa, e delle rendite. Né fondio per migliorare la produttività (investimenti), che da alcuni anni è ferma.
Non sono le sole approssimazioni, bugie, omissioni, che si leggono sulla Finanziaria. Incuria? Troppa concordanza. Incapacità? Le redazioni economiche sono le più tecniche nei giornali. Piaggeria? Ma di tutte le novità tutti i cittadini sono più o meno correttamente informati, per capacità di giudizio, attraverso le associazioni di settore, per esperienza quotidiana.
Non si è ancora letta in Italia una ricostruzione del tesoretto, salvo avallare il piacere di pagare le tasse dello stesso Visco e di Padoa Schioppa... Eppure le cifre dell'amministrazione finanziaria sono semplici e precise. E tutti gli italiani sanno che hanno pagato tra 500 e 2.000 euro in più per bolli, tasse (la spazzatura, la Rai, la depurazione...), imposte di registro, contributi, procedure amministrative e giudiziarie, anticipi dell'Irpef regionale e comunale, e altri rivoli. Né si è letta una ricostruzione, che pure è negli atti parlamentari, dell'uso del tesoretto - e che sarebbe stata anche esilarante: i 27 miliardi sono stati spesi tra luglio e dicembre liberamente dai ministeri, fuori da ogni programazione e vincolo di bilancio, è bastato sottovalutare in Finanziaria le entrate, ed ecco le mani libere...
Non si è letto neppure un bel ritratto di Visco, che farebbe sfracelli. Si può prendere infatti Vincenzo Visco per un burlone. In più di un'occasione nella sua precedente esperienza di governio tre anni fa, nell'ebbrezza da ministro delle tasse, così egli interpreta il suo ruolo, che aveva portato i balzelli in tre anni al record storico, bloccando anche allora i consumi, gli investimenti e l'economia, si era compiaciuto in atteggiamenti da fratelli De Rege, quelli del "vieni fuori, cretino". Come quando volle far credere che gli Italiani lo imploravano in massa, via fax, d'imporre l'eurotassa.
I giornali sono dunque servi sciocchi? No, l'informazione è in Italia una piccola parte del potere, e i giornali si adattano, all'irrilevanza.
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