È irritatissimo Casini per essere stato annesso da Fini nella destra da lui diretta: il leader dell’Udc non ha parlato per non trovarsi isolato tra due fronti, Fini e Berlusconi, ma da ieri ha perso il sorriso e la parola. Si ritiene in gara, come sempre, con Fini per la leadership del centrodestra e non subordinato al presidente di An. Chi lo ha incontrato al direttivo del partito lo descrive furibondo. Ma anche freddo. Determinato ad andare in fondo col progetto dell’“orgoglio democristiano”, finora tenuto nel limbo dei convegni tra vecchi glorie (l’ultimo tre mesi fa a Chianciano).
La Democrazia Cristiana non c’è più, se non per una formazione politica minima, e fino a non molte settimane fa non era di buon gusto rifarvisi. Ma da qualche giorno fioccano le dichiarazioni di orgoglio democristiano, perfino del prudente Andreotti, e di Buttiglione, Giovanardi e altri comprimari. È facile collegarle al progetto del Grande Centro. Che però non sarebbe l’unione fra l’Udeur e l’Udc: Casini, dopo Mastella, non è verso la rifusione tra i due piccoli partiti che intenderebbe marciare. Bensì consolidare i voti propri dove ci sono, in Sicilia, in Abruzzo, nelle Venezie. E fare da punto di riferimento per gli ex Dc ora scontenti, soprattutto tra gli ex Popolari. Ha personalmente ottimi rapporti con Staderini, il consigliere della Rai, e buoni con Angelo Rovati, l’ex consigliere economico di Palazzo Chigi sempre intimo di Prodi.
Il problema di Casini è che non ha mai avuto base elettorale certa. A parte la Sicilia di Cuffaro e Mannino, che la magistratura tiene sempre sotto tiro. Si dice però certo che il voto ex Dc in libera uscita è molto vasto, a destra e a sinistra, scontento di Berlusconi e soprattutto dell’alluvione veltroniana nel Partito democratico.
L’orgoglio Dc di Casini è nei fatti un’apertura e una premessa per uno spostamento verso la sinistra del centro. Berlusconi lo dà per scontato: la sua ricostituzione di Forza Italia ha a sua volta l’obiettivo di attrarre, soprattutto in Sicilia, tra Cuffaro e Lombardo, gli scontenti di questo passaggio di Casini. La pretesa di Fini di annettersi Casini avrebbe avuto l’effetto di obbligare il leader Udc a sciogliere le perplessità.
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