È Prodi contro tutti, nell’assegnazione di Alitalia, ma nessuno dubita, a Roma e a Milano, che il presidente del consiglio non prevarrà: in questo anno e mezzo di governo non s’è perso un solo affare. Prodi in realtà non è solo. Con lui è l’establishment del partito Democratico, quello da lui espresso direttamente e la parte ex Ds, su cui l’ambasciata francese e Air France contavano. La pausa di riflessione servirà a disinnescare l’opposizione, e soprattutto gli argomenti di chi è contrario, ma non muterà la decisione.
Dopo il ritiro di Lufthansa, il cavallo vincente di Prodi è Air France. Il presidente del consiglio è anche ansioso di venderselo nei colloqui ornai a ciclo continuo con Sarkozy, che la settimana prossima sarà a Roma in visita dal papa. E' la scelta esplicita del resto di Maurizio Prato, l’ad di Az voluto da Prodi, e Padoa Schioppa, il titolare dell’Economia cui tocca formalmente decidere la vendita: il futuro dell’Alitalia è legato all’alleanza con Air France. Come i piloti della compagnia e la stessa Az Servizi, che dovrebbe sopportare i maggioro tagli. Bianchi e Di Pietro sostengono la “soluzione italiana”. Ma non hanno molte carte: Intesa valuta Alitalia un simbolico euro, e la soluzione Air One significherebbe avere riproposti gli stessi problemi fra qualche anno.
giovedì 13 dicembre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento