sabato 1 dicembre 2007

I segreti dell'economia

A differenza degli altri settori dell’informazione, la politica, la cronaca, lo sport, lo spettacolo, dove un’opinione personale si può formare a prescindere dall’informazione dei giornali, per l’economia dipendiamo dall’informazione. È un settore tecnico. Anche per la pace e la guerra possiamo farci comunque un’opinione, per l’economia no. La verità del giornale dura un giorno, ma non in economia, dove la verità è nelle cose, nelle cifre, e più spesso è conclamata. Ma proprio sull’economia i giornali raccontano da qualche tempo scemenze. In parte per sudditanza al governo, in parte per partito preso, anti-Usa, anti-Putin, anti-arabi, anti-Israele e chissà che altro, in parte per trascuratezza, le bufale si trascinano sui giornali per settimane e per mesi. Eccone alcune.
Che il fondo Algebris, all’attacco di Generali, è indipendente. No, appartiene ai soci Generali.
Che gli Usa rallentano. No, crescono del 5 per cento, ritmo record.
Che gli Usa crescono del 4,9 per cento, con incrementi di produttività e competitività, ma rallentano.
Che l’inflazione è sempre al 2 per cento. Quanto tutti in Europa boccheggiano, non arrivano a fine mese.
Che l’inflazione è al 2,4 per cento. Ma no…
Che la Bce alzerà i tassi. Non può.
Che l’euro a 1,50 dollari protegge l’Europa. Forse, ma non da se stessa: da quando c’è l’euro l’Europa è stremata, nell’occupazione, le retribuzioni, i prezzi reali.
Che nel petrolio a 100 dollari c’entra forse la speculazione. No, c’è solo la speculazione: il mercato è speculativo – è l’oggetto principale dei derivati - da almeno cinque anni, è l’effetto capitalizzazione più macroscopico di Al Qaeda e il terrorismo islamico.
Che la Rai è in crisi perché Berlusconi la controlla. No, perché spende troppo.

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