giovedì 20 dicembre 2007

Nemesi su Schädlich, delatore non pentito

È morto suicida tre giorni fa per essere stato abbandonato da una fiamma, dopo aver resistito quindici anni alla vergogna della denuncia come spia di Günter Grass e degli atri scrittori tedeschi dell’Ovest che visitavano l’Est, nonché a Est del suo proprio fratello, lo scrittore Hans Joachim, di quattro anni più giovane. Ma la fine di Karlheinz Schädlich è una sorta di nemesi: anche nei particolari finali rientra nella vera e propria tragedia antica che si è consumata tra le due Germania, dove la giustizia si fa alla cieca.
Schädlich è morto nella Danziger Strasse, la via di Danzica, la città di Grass. Dopo la riedizione dello studio storico che l’aveva reso famoso, “Appeaser”, sugli inglesi filohitleriani. Hans Joachim l’aveva immortalato inconsciamente in un romanzo del 1986, “Tallhover”, una figura di delatore condiscendente, benevolo, che aiutava gli scrittori a sopravvivere. Grass riprese il personaggio, anagrammandolo in Hoftaller, nel suo romanzone della riunificazione, “È una lunga storia”, pubblicato nel 1995 ma riferito agli eventi del 1990-91 (e anche prima: Grass descrive il ministero della Aeronautica anni 1930 basandosi su uno "storico inglese" che altri non è che David Irving, il negazionista, autore di ujna biografia di Goering...).
Dopo l’apertura nel 1992 degli archivi della Stasi, il servizio segreto della Germania Est, e la rivelazione che Schädlich ne era un confidente, a spese tra l’altro del fratello e di Grass, era rimasto isolato ma senza complessi di colpa. Come altri scrittori di maggiore statura, Christa Wolf, Anna Seghers, che avevano anch'esse collaborato. All’idea che lo Stato Operaio e Contadino, come lo chiama Grass, aveva una superiore moralità. Come il Reich di Hitler – il comunismo finito nel 1989 deve ancora farsi l’esame di coscienza.

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