giovedì 6 dicembre 2007
Milano è sempre meno Napoli
C’è un magistrato napoletano, Antonio Patrono, a capo della sezione del Csm che ha allontanato Clementina Forleo da Milano, ma l’impressione è sempre più netta che Milano si vuole distinguere dai “napoletani”. Dai brillanti magistrati della Procura di Borrelli che in questi vent’anni l’hanno rivoltata come un calzino, come si è espresso uno di loro. L’ottimo napoletano D’Ambrosio, che ogni pochi giorni fa delle riunioni riservate con i suoi compagni napoletani, e conviviali con i napoletani simpatizzanti. Le inchieste sulla Moratti e su Penati. La mancata archiviazione delle inchieste su Moratti-Saras e su Telecom-Tronchetti Provera. E più in generale un atteggiamento troppo brillante. Sono tanti i fatti e gli umori che non quadrano più a una Milano solidamente confessionale. La Procura napoletana s’è incuneata nel vuoto di potere tra la Milano laica, di Cuccia, di Greppi, di Aniasi-Craxi, e quella che attorno alla Cariplo e all’Ambrosiano ha ricostruito Giovanni Bazoli. La sua stagione sarebbe quindi conclusa.
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