Prodi e il decalogo andreottiano: come e perché il Proferssore, sempre isolato e sul punto di soccombere, è il più forte di tutti.
La base della politica è non apparire deboli – della politica del mentore Andreotti e non solo (Andreotti che era debole, debolissimo, fu sempre solo, ma fu sempre temutissimo, tuttora lo è). Avviato alla politica da Andreotti, come giovane ministro quasi tecnico per un’estate trent’anni fa, Prodi si attiene alla linea del maestro in almeno dieci punti. Resisterà Prodi, non resisterà, gli scienziati della politica stanno facendo calcoli che non tengono conto dell’essenziale, Prodi non si pone insostenibili traguardi. Dorme bene la notte, sapendo che l’indomani la provvidenza avrà provveduto. L’importante è tenere i malintenzionati al guinzaglio.
Ecco i dieci punti:
profilo basso, sempre la stessa casa, sempre la stessa moglie, qualche passeggiatina (Andreotti andava pure in vacanza dalle suore);
fare partito da solo;
collaboratori di poco conto;
di fedeltà reciproca;
ministri di poco conto;
progetti vaghi: non confidarli, non elaborali;
fare e non dire;
aspettare e non prevenire;
ma reagire fulineamente;
negare l’evidenza: le cose s’aggiustano.
Resta fuori dal decalogo l’abbraccio, quasi adesione, al nemico: i fascisti prima, i comunisti dopo. Tutto questo ora non c’è più, ma resta che il fulcro di questa politica è farsi alleati i nemici, per sconfiggerli nell’abbraccio. Andreotti, che nel 1972 divise i neo fascisti portandone alcuni al governo, fu il primo nel 1974 a legarsi a Berlinguer nel compromesso storico, denunciando alcuni golpe di destra, per poi umiliarlo in ogni modo: governicchi poco rappresentativi, inefficienti, inutili, liberazione di Kappler, l’uomo delle Fosse Ardeatine, sterilizzazione della scala mobile, il ticket sui medicinali… Alla fine Il Pci perse per la prima volta in venticinque anni le elezioni, quattro punti in meno nel 1979.
Oggi l’agguato sarebbe secondo questa scuola, più che a Berlusconi, di cui il Professore non fa che sorridere, all’amico e alleato Veltroni – in termini proverbiali si direbbe: a chi ha più benzina, più fieno in cascina, più tenuta, più…
lunedì 3 dicembre 2007
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