Su Alitalia e Generali Prodi ha proceduto nei colloqui romani con Sarkozy a un simbolico scambio: i soci francesi rinunciano a crescere nel sistema Mediobanca-Generali, a Air France andrà quanto di buono ha ancora Alitalia (Fiumicino, la Roma-Milano e i collegamenti intercontinentali di Malpensa). La presidenza Bernheim a Trieste verrà lasciata alla deriva, verso un incarico onorifico, forse in Mediobanca, e il riassetto dei vertici di Generali in primavera - che dovrebbe portare a Trieste il presidente di Mediobanca Geronzi. Per Alitalia Prodi ha adottato la tecnica dello “smussamento attraverso il rinvio” che ha caratterizzato le tante scelte, benché complicate, della sua litigiosa maggioranza. Il patron di Intesa, Giovanni Bazoli, non insiste più su Air One, e Prodi ha solo il problema di ammansire i sindacati, ora schierati sulla “soluzione nazionale”, e non dare l’impressione di voler punire Malpensa.
Con le due partite Prodi ha chiuso, in appena un anno e mezzo, tutti i problemi aperti nel big business. Con un deciso spostamento della banca e dell’industria verso l’area ex Dc, ora confluita nel Partito Democratico. Da questo punto di vista il presidente del consiglio guarda confidente alle scaramucce politiche che agiteranno la ripresa dei lavori parlamentari a metà gennaio.
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