zeulig
Amore – Non c’è in Freud, che lo chiama transfert, edipo, angoscia, nevrosi. Né in Heidegger, se non sotto forma di Sorge, la carità cristiana confusamente ereditata da chierichetto. Non c’è nei romanzi del Novecento, e nelle poesie. L’amore muore con la prima guerra mondiale.
Ateismo - È un atto di fede, la negazione del soprannaturale senza prove né riscontri. Il soprannaturale c’è perché c’è. Altrettanto apoditticamente, l’ateismo dice che il soprannaturale non c’è. M la negazione, venendo dopo, necessita della prova – e quanto dopo viene! solo nel Settecento, solo in Europa.
Dio – Ci sono momenti in cui è assente, si può pensare per collera: il diluvio, la peste, un tempo la carestia, i terremoti, le cavallette, l’ondata del Vajont. In cui chiude le porte. Se è la tecnica, l’uomo che si costruisce, si perfeziona. Ma se lo è, ad Auschwitz c’era: è un luogo ordinato, ragionato.
Fede - È immaginazione, si sa, è potentemente creativa. Ma vi si accede con la ragione, per certi preliminari razionali. Attraverso i quali si esercita la grazia.
È operazione razionale più che emotiva (miracolosa). Anche la grazia deve trovare terreno favorevole nella razionalità.
Femministo – Amava tanto le donne che voleva rivoltarle.
Fondamentalismo – Riportando la religione alla distruzione comprova l’inaccettabilità del messianesimo, esclusivo. Non del monoteismo in sé, ma di quello che si vuole esclusivo perché opera di un profeta e una chiesa. Il fondamentalismo esclude dal sentimento religioso, che è riconoscimento e riconoscenza di e a Dio, proprio i monoteismi più rigidi.
Guerra – Ultimamente la fanno le tribù, in Africa, in Medio Oriente e nei Balcani. E gli Usa nel nome dei diritti umani. La facevano le repubbliche, i principati, gli imperi, le classi sociali, le idee, per un interesse.
Hitler - È stato il dittatore più amato.
Imprenditore - È uno che osa. Che scommette, ma con un piano. È Cesare, è Rabelais, è Napoleone. Che fa l’ordinario, ciò per cui si sente cioè nato, ma lo programma e poi lo gestisce, in un’ottica di sviluppo – crescita, innovazione, miglioramento.
È l’Autore di se stesso.
Freud direbbe, o Lacan, che è il Padre di se stesso – le maiuscole qui ci vogliono.
Innamoramento - È sempre allo stato nascente, aurorale. Anche nelle crisi: come per la storia e la politica, il meccanismo del ritorno alle origini può aiutare. Si parte dalla rottura e si torna indietro per vedere cosa delle premesse non ha funzionato. Nelle premesse si possono anche stemperare le errate concrezioni, ritrovando viva la prima immagine, quella vera, della persona amata, un gesto, uno sguardo, un sorriso, il tono di voce che ha fatto innamorare. Vera prima delle concrezioni che s’incrostano giorno per giorno, per stanchezza, ansia, difficoltà pratiche. Poi c’è la libertà di andarsene. Se non di fare il Celibe di Kafka, per il quale “la felicità è capire che il suolo su cui poggia non può essere maggiore dell’estensione coperta dai suoi piedi”.
Latinità – Nasce da una sconfitta, a voler credere a Virgilio (all’imperatore Augusto), nella guerra di Troia. L’Occidente nasce da una sconfitta, a opera dei greci.
Linguaggio - È lo specchio per eccellenza.
Papa – È l’unico re che regna.
Un re intellettuale, regna attraverso la parola: il gesto, la liturgia, le idee, l’immaginazione.
Ragione - È l’origine del mistero.
È la ragione che divide la conoscenza e pone dei limiti. Anche in se stessa: come nasce, come si sviluppa, qual è la sua natura – rispetto agli eventi naturali, alla “ragione” animale (istintuale), e al mondo (il tempo, lo spazio, i penati).
Tecnica – La specie umana si distingue perché ha una conoscenza logica della conoscenza tecnica: sa crearsi gli utensili e migliorarne i rendimenti, e sa valutare i miglioramenti.
Tempo - È giovane. La scoperta del tempo è recente – si contava per genealogie – e in molti posti della Terra deve ancora nascere.
È creazione degli orologiai. Dio ha creato l’eternità.
Sono tempi diversi quello delle piramidi, o delle cattedrali, e la cronometria produttiva, abitativa (pendolarismo), creditizia.
Verità – Slitta. Non è un blocco, e non è un ghirigoro. È un’ombra, che si configura diversamente quanto una luce la colpisce.
È la lettere rubata di Poe: è in evidenza ma non sempre si vede.
Volontà - È tutto per l’uomo, e non è niente. Farà l’1 per cento della storia?
zeulig@gmail.com
giovedì 20 dicembre 2007
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