Ci sono almeno tre fattori per cui la crisi finanziaria si aggraverà e durerà, non casuali e non assorbibili. Anche se uno solo basterebbe a spiegarne la profondità: se dieci banche sono bacate (e lo sono), mille lo saranno, tanti sono gli intrecci interbancari - e salvare tutte le banche del mondo si può solo negli incubi.
Le perdite sui mutui sub prime non sono ancora esaurite, e non hanno passato il momento peggiore. E dai mutui si sposta al credito al consumo, che è ancora meno garantito, con carte di credito e credito personale. Le indagini del Controllore di Borsa New York, su quaranta banche, e dell’Fbi, su quattorodici, si basano su ipotesi di una crisi più radicata. I problemi stanno poi investendo le società di assicurazione e riassicurazione sui mutui non garantiti, le monoline, e quindi un'altra falla si aprirà. Né l'Europa può restarne indenne, per i casi inglesi, dell'Ubs, che ha iscritto perdite per dieci miliardi, sembra impossibile, e di Société Générale, per la quale pochi credono che un operatore infedele abbia realizzato frodi per 50 miliardi di euro, cifra enorme, e perdite per cinque miliardi, cifra altrettanto enorme.
Le due precipitose riduzioni del costo del denaro in America potranno rilanciare la domanda, ma a termine. Mentre subito riducono i margini per le banche, già indebolite. Ciò si riflette nell’interbancario, dove nessuna banca si fida più dell’interlocutore.
La caduta del mercato immobiliare americano esplicherà tutti i suoi effetti nel medio-lungo termine. Condizionando negativamente l’insieme dell’economia negli Usa e nell’Ue, quali che possano essere gli incentivi al rilancio della domanda.
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