S’intendevano un tempo per politici di razza i più capaci, ora sono i parenti. La moglie di Mastella, il cognato di Mastella, il consuocero di Mastella, la compagna di Bassolino, senatrice, il fratello di Pecoraro Scanio, calciatore di serie A e senatore, il primo della categoria dopo Rivera, e gli innumerevoli parenti napoletani che si danno una mano in politica, di cui fa l’elenco “Il Sole” giovedì. Nessuno scandalo, si fa in America e in Asia, e quindi va bene anche in Italia: dinastie si creano come i Clinton, i Bush, i Kennedy, i Roosevelt, i Bhutto, i Gandhi. Anche se non si fa in nessun altro posto in Europa, Polonia esclusa, e in Occidente.
In Italia, questo si può dire, si fa però di più: le genealogie sono numerose, coinvolgendo fratelli e sorelle, e in qualche caso perfino i genitori. Alla politica scopertamente assimilando le alte cariche dello Stato. Non ci sono solo i figli di Segni, La Malfa, D’Alema, Cossiga, Craxi. O le vedove, di Tarantelli, D’Antona, Calipari, delle vittime di mafia, terrorismo e americani. Ci sono anche i fratelli e la sorella del giudice Borsellino, antimafiosi severi perfino con lo Stato, anche se il giudice era di destra e loro si sono messi a sinistra. La sorella di Falcone. I genitori di Giuliani. Il senso della famiglia rimane forte, il cardinale Ruini non dovrebbe impensierirsi, nella medicina, tra i giudici, nel calcio, questo sopratutto a Milano. Fino al giornalismo, che pure fa politica, e fa dell’Italia un caso unico al mondo: c’è il Tg 5 delle figlie, la Iena figlio dell’Alto Funzionario dei media, e il figlio direttore del padre direttore, magari uno di destra e uno di sinistra.
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