giovedì 31 gennaio 2008

Zitti tutti per Thaci, Giuliano del Kossovo

Hanno imbarazzato più che altro la Rai e la grande stampa italiana le rivelazioni, la settimana scorsa, sui giornali sloveni e serbi, che il governo di Lubiana, che presiede l’Unione Europea, ha avuto dettate a Natale al dipartimento di Stato dai consiglieri di Condoleezza Rice l’agenda dell’indipendenza del Kossovo. Uno scandalo, non c’è dubbio: sull’altrimenti vigile antiamericanismo hanno pesato questa volta le indicibili ragioni del sostegno europeo allo smembramento della Serbia. Alle porte dell’Italia si creerà domenica un focolaio di tensione e forse di guerra, ma nessuno deve saperne nulla – “muti!”, direbbero i boss in Sicilia. Non che l’Italia ci possa far molto, ma che l’Italia appoggi Thaci, e questo non si possa dire, questo è sicuramente importante. Uno vorrebbe complimentarsi per l’irredentismo, che è un valore patrio, ma non può. Anche se resta il dubbio che gli Usa riescano in Kossovo quello che hanno fallito in Sicilia con l’irredentismo di Giuliano.
Il primo ministro Hashem Thaci sarà dunque domenica il padre della patria del Kossovo indipendente. E sarà fra dieci anni, o venti, il leader della Grande Albania, con l’Albania propriamente detta e mezza Macedonia. Che detta così sembra fantapolitica, e lo è. Ma nessuno avrebbe detto dieci anni fa, quando Scalfaro e D’Alema dichiararono guerra alla Serbia, che Thaci, un piccolo Giuliano del Kossovo, sarebbe divenuto capo di uno Stato indipendente. Riverito dall’Occidente tutto, l’America non soltanto che lo ha creato, ma anche l’Europa.

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