“Detengo il record, non mondiale ma universale, di provvedimenti giudiziari subiti: 2.541 udienze e 93 procedimenti”, con qualche migliaio di perquisizioni: Berlusconi ha aperto sabato la campagna elettorale rivendicando questo primato. E bisogna cominciare a pensarci, dato che poi non lo condannano. è un macigno sempre più grosso davanti alla sinistra, e non si capisce perché. Anche perché non è il primo. Prima di lui un altro personaggio aveva avuto singolare fortuna politica nello sbarramento giudiziario di sinistra, Andreotti, anche se di procedimenti ne ha cumulati solo una quarantina. Per chi gioca la magistratura?
Stando ai fatti, la verità nel caso B. è questa: l’Italia deve un ventennio di Berlusconi al melomane Borrelli, perché possa farsi riverito le prima della Scala, e ai nipoti di Togliatti, perché possano evitarsi l’esame di coscienza, tenendo l’Italia sotto ricatto. Borrelli non solo, o Di Pietro, il monaco Scalfaro, Cossiga il folle, ma l’Italia tutta, con un meccanismo perfino semplice nei fondamentali, il controllo del Csm, della Rai e dei giornali di Lor Signori, immobiliaristi e banchieri, dove non c’è capo servizio che non sia passato dalla Figc, dei tempi di Walter Veltroni, e poi, a metà dei fatidici ani Settanta, dal suo ufficio di responsabile stampa a propaganda alla Federazione romana del Pci. Incarico che ha continuato negli anni Ottanta convenendo periodicamente a Botteghe Oscure i fiduciari nei giornali e nei tribunali. Con corredo dei poteri opportunisti: Montezemoli (Montezemolo propriamente detto, Della Valle, Moratti, Elkann), i banchieri cattocomunisti, gli speculatori miliardari, in euro.
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