Hanno aspettato che Berlusconi morisse. Ora, poiché Berlusconi non muore, neanche politicamente, riscoprono l’orgoglio democristiano. Sono già in quattro o cinque e altri ne spuntano ogni giorno, tutti giovani di sessant’anni. Illustrati da “Repubblica” e da Santoro, si sentono appagati e già vincitori. Il Grande Centro non è per definizione la politica vincente, dato che tutti corrono verso il centro? Ma tutto ciò è molto diverso dal voto Dc. Casini, Follini, Tabacci, Mastella & Co. non prenderanno i voti di “Repubblica”, né di Santoro. E quello che dovrebbe essere il loro elettorato tace, in Veneto, in Lombardia, nel Piemonte, a Roma, in Puglia. Perfino in Sicilia è perplesso.
Il grande ventre dell’ex Balena Bianca fa rumore perché tace. Quello democristiano è un voto non timoroso, e anzi di scelte spesso traumatiche, ma non ama la jattanza. Anche dove controlla l’opinione, come alla Rai, il maggiore organo d’informazione del paese. È perplesso, sa che non si vota per partito preso, è rimasto scottato dall’arrendevolezza di Prodi verso gli amici-avversari dell’ex Pci, e diffida anche del partito Democratico, il buonista neo catecumeno Veltroni li imbarazza, non gli credono. Prodi li aveva semiconvinti finché vinceva, e il progetto di partito Democratico si pensava rovesciato, con gli ex comunisti al guinzaglio. In provincia - in tutto il Sud, Napoli, la Sicilia, la Puglia, la Calabria, e perfino in Toscana, a Siena, Arezzo, Pisa, Massa - le lotte sono sempre aspre per la leadership del partito.
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