Aprendo a caso, alla pag. 143, si trova “una realtà inconsumata: l’America”. Si spiega che un libro di viaggio vecchio di ottant’anni sia ancora vergine. L’America inconsumata, massimamente in questa Italia vedova del Muro, dice la lontananza dell’America, l’estraneità. E ne dà occulto il senso della potenza. Borgese cinquantenne, critico letterario e romanziere di successo, siciliano e fiorentino, allora si poteva, inventore dei crepuscolari, poliglotta, sposato e padre, cerca in America una nuova vita nel 1931, e per il “Corriere della sera” scrive contro “l’idea volgare che si ha dell’americanismo” (p.252).
Borgese giornalista ha molte sorprese, e punti di vista sorprendenti. Gli Usa sono le donne, “non più schiave e non più tiranne” (p.23), che hanno abolito il litigio familiare. Il West non è Occidente: è un po’ Sud e un po’Oriente (p.106). Il viaggio dalla California a New York circumnavigando l’America attraverso Panama (p.130 segg.). Incrociando Einstein in senso inverso. Con una istantanea dell’Avana. Un paese tutto elettricità, benzina e carta. Con un vocabolario di 408 mila parole (nel 1931, oggi il Webster ne elenca un milione). E una società egualitaria, la più egualitaria al mondo, e anarchica, che è conservatrice: “Non esiste al mondo società più conservatrice di questa” (p.253).
Borgese è, anche se è stato dimenticato, scrittore di sensibilità insorpassata - perfino abnorme se si pensa allo stato dell'editoria nella Repubblica (nel 1929, in pieno fascismo, sul "Corriere della sera", scoprì i primi libri di Soldati ventitreenne e Moravia ventiduenne, i racconti di "Salmace" e "Gli indifferenti", tragressivi anche oggi). Il senso dell'"Atlante" resta anch'esso attuale: cos’è l’America, cos’è l’America per noi. L’antiamericanismo è fascista all’origine, nazionalista, reazionario. È passato a sinistra con la Guerra Fredda. Finita l’Urss, resta a sinistra, e anche a destra, a coprire il vuoto. “Qui e in nessun luogo è l’Europa”, dice Borgese (p.31), echeggiando il Lotario di “Meister” di Goethe, del suo “Atlante americano”. Non è vero: l’Europa è oggi ricca, popolosa, antica, malgovernata. È cioè asiatica. Ma era vero: era stata inventata l’Atlantide per mascherare l’ovvio fatto che l’Europa è una coda dell’Asia, il continente sprofondato tra l’Europa e l’America, dieci o dieci milioni di anni fa. È che nessuna realtà è mai consumata. Si spiega così l’antiamericanismo di fondo, “oggettivo”: è impossibile per un europeo essere americano, malgrado i tanti che negli Usa sono emigrati e ci sono rimasti, di aderire all’ideale di libertà e di fortuna individuale. Non possiamo non dirci occidentali, come gli americani, e tuttavia siamo asiatici, la coda dell’Asia.
G.A.Borgese, Atlante americano, Vallecchi, pp. 270, €12
giovedì 14 febbraio 2008
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