lunedì 4 febbraio 2008

Secondi pensieri (9)

zeulig

Ambiguità – Urta. L’ambiguità è nelle cose. Ma quando è giustificazione è un miscuglio di ragioni pervertite.

Antisemitismo - È anticristiano. La prima bestemmia è dire: in croce è morto un ebreo.

Dio – Essendo il creatore è il colpevole, con tutto il libero arbitrio
Come si sa, è senza cuore, e senza testa.

È come la ragione: c’è ma sfugge.
La radice quadrata di meno 1 non è più razionale della creazione. Dell’azione di Dio sull’animo umano.

Si nasconde bene nel roveto ardente: “Io sarà quello che sarò”. Non essendo evoluzionista

Guerra – Ultimamente la fanno le tribù, in Africa, Medio Oriente, Balcani, America Latina. La facevano le repubbliche, i principati, gli imperi, le classi sociali, le idee.

Immaginazione - È esercizio onanistico. Anche quando si effettua su vicende a materie d’altri, nella storia, nell’amore. Si moltiplica con la solitudine, ne è superfetazione, si dilata, si gonfia. È il mondo dei desideri, senza l’argine in realtà dell’Altro, se non a fini strumentali.
Si esercita senza limiti, anche in presenza di contrasto. È potere dis-soluto. Non storicizzabile, benché intervenga pesantemente nella storia.
Ma bisogna allora dire lo scrittore, l’innamorato, il demiurgo dei masturbatori, seppure in grande stile?

Levi – Primo e Carlo sono l’Italia repubblicana che non ha potuto essere, laica: curiosi, intelligenti, sempre intellettualmente onesti.
Sono morti presto perché non era il loro posto.

Libertà - È il vero potere degli uomini, e forse anche di Dio. Ma a quelli che non ci arrivano, e sono i molti, la cosa dà fastidio: non si è liberi impunemente.
La libertà intesa come liberazione dalla violenza, dal bisogno, e in un certo senso anche dalla malattia – dalla morte. Dalla violenza con l’etica, la legge, dal bisogno con l’industriosità, l’economia. Dalla morte con la religione, la filosofia.

Può essere una condanna. Soprattutto se non vi si è coinvolti personalmente, nel qual caso scattala difesa. Quando si soffre per un’aporia della giustizia, un sopruso, un’aggressione che non ci tocca personalmente.

La libertà conferma Kant, è un apriori della ragione. Ma non c’è se non viene esercitata. L’uomo se la rappresenta bene quando gli viene spiegata, e altrettanto rapidamente se la dimentica – in molte società è sconosciuta, temuta, avversata, nella prefazione allo “Spirito delle leggi” e in grandi società moderne. Perfino la schiavitù può essere preferita ala libertà, per la forza dell’abitudine.

Libri – Sono un mondo a parte. Anche quelli di storia e di sociologia. Anche quelli di cucina: la presentazione e la scrittura sovrastano le porzioni e i tempi di cottura.

Linguaggio – È uno specchio. Se uno ci tiene, lo specchio per eccellenza.
Non porta in nessun luogo se non alla retorica, che è un artificio. Wittgenstein, Derrida, Barthes possono essere solo questo: sapere che il linguaggio incide sulla verità in quanto la nasconde. La approssima ma non la esprime – l’essere delle cose e del linguaggio stesso. Come sapeva la vecchia retorica, da Gorgia a Sklovskij e Jakobson.

Male – È la cartina di tornasole, e lo scoglio sommerso, della ragione. In cui è forzatamente insito il senso del bene, della morale, ma cose e perché non si sa. Del male, al contrario, si può dire che è istintuale, cioè “naturale”.
L’impossibile misura giuridica della capacità d’intendere e di volere (per durata e intensità, per l’incidenza dell’ereditarietà e della caratterialità, per l’insorgenza di patologie, allergie, raptus) ne è il “brodo di cottura”.

Morte – È l’effetto del tempo – del tempo dell’orologio, che trascorre.
È solo l’effetto del tempo. Altrimenti è un atto della vita, tra esistenza e ricordo.

È in realtà ricorrente. Fisicamente arriva solo una volta nella vita, una volta almeno è certa, per malattia, incidente, vecchiaia. Ma ognuno di noi muore più volte, anche in forma di suicidio, per cattiveria, follia, fallimento, incomprensione.

Natura – È coltivata. È un modo d’essere – di minerali, vegetali, animali, fenomeni – durevole, ma mutevole: adattabile, flessibile, conservativo.

Nichilismo – Il nulla e l’assurdo c’erano prima della storia. La storia – la cosmologia, la filosofia – è nata per cercare un rimedio. La prima religione è stata filosofia. La prima filosofia è stata cosmogonia e politica – questionatrice, consolatrice. Il pensiero è un attributo di Dio accessibile all’uomo.

Proust - È l’ultimo lirico. È realista ma lirico: il ricordo è materia lirica – onirica, fantasmagorica, ma con impianto lirico.
Apprezzabile in quanto evita le fumisterie esoteriche del Fine Secolo e del suo mondo, Montesquiou, Laure de Chevigné, Anna de Noailles, la contessa di Greffhule, l’imperatrice Eugenia…

Rivoluzione – Nel momento in cui si dichiara c’è già stata.
C’è stata in Francia malgrado Robespierre. Malgrado Danton, Marat e ogni altro congiurato – ma questo lo sapeva già Büchner. C’è stata in Russia malgrado Stalin, certo, e Lenin.

zeulig@gmail.com

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