Molti prodiani hanno votato Casini e non lo nascondono: gli ex Dc della Margherita non sanno che faranno. Sono usciti dimezzati al Sud e al Nord rispetto alla consistenza che avevano nella Margherita, e il motivo a loro avviso è uno solo: il centralismo di Veltroni. A Nord soprattutto i beghini del Pd rosicano, avendo dovuto fare posto a due nullità come Calearo e Colaninno jr., che non hanno portato un solo voto, per le smanie di rinnovamento del Capo. Il risentimento è anche degli indipendenti, Soru, Illy, Cacciari, lo stesso Chiamparino, che pensavano di avere un ruolo e dare un contributo, per essere stati sopravanzati dai Calearo. Si aspetta il secondo turno delle amministrative e poi si vedrà, da Bologna già giungono segnali precisi. Ma se Berlusconi dovesse accedere a qualche nomina bipartisan, con esponendi cioè del Pd, il dissidio potrebbe emergere prima.
Il secondo turno è decisivo a Roma: se Rutelli non ce la facesse salterebbe il modello Roma, o modello Bettini, che regola le grandi città (gli appalti, il credito, il lavoro), e gli amici sono molto sensibili agli assetti di potere. Il modello è quello sintetizzato dall’Avvocato Agnelli in clima compromissorio: solo la sinistra garantisce gli affari. Ma se Roma lo rifiutasse, allora da Bologna il segnale è chiaro: rimescolare le carte in un congresso del Pd, e rimettere in circolo Casini per il partito del Centro. Prodi si smarca da Veltroni ma non dal Pd, ha preso gusto a sentirsi capo-partito, e non dalle questioni di potere.
Il Pd ha tenuto ma solo sulla sinistra politica. E al centro geografico - non tutto: nel Lazio solo a Roma, anche se non abbastanza. Il partito Democratico al debutto sarà, come vuole Veltroni, l’unica realtà della sinistra, ma al suo interno alcuni ex Ds e molti ex Dc hanno il magone: non sanno che faranno, ma oscillano tra l’abbandono e la rivolta. Questi ultimi in particolare: in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, hanno perduto posizioni consolidate, a favore dei veltroniani e di Casini. Al Nord e al Sud, pur annichilando la sinistra, il Pd ha raccolto meno che nelle passate elezioni. Il dato è certo e il motivo è semplice: molti ex compagni dall’Appennino in su hanno preferito la Lega, mentre da Rieti in giù molti ex amici, risentiti dalla mano dura di Veltroni, “il comunista”, hanno votato Casini o Berlusconi.
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