Le Camere si sono già riunite, e sono nell’impasse sulla nomina dei presidenti. Berlusconi anzi ha già fatto il governo, è andato dal presidente della Repubblica a presentargli i ministri. Anzi, di più, ha già governato e i risultati non sono buoni. La Ue dice no all'Alitalia, Berlusconi dice no alla Ue - l'Italia entrerò in guerra? Bruxelles contesta pure il bilancio del governo. Mentre il Fmi preannuncia una missione d'indagine - fra sei mesi. Poi ci sarebbe la Pirelli Bicocca, la fabbrica di Cofferati, che si vota delegati di base di destra, ma di questo non si parla.
A dieci giorni dalle elezioni le carte sono talmente imbrogliate che, se uno non sta attento, pensa di essere alla fine della legislatura e di dover votare di nuovo. Se uno cioè non si libera dei venticinque giornali radio della Rai, ripetitivi, ad alzo zero, e sui dodici o tredici telegiornali, sempre della Rai. Non si sa invece, non si riesce a sapere, chi ha vinto le elezioni e come, perché. Cosa quindi dovrà fare il governo, che dobbiamo attenderci, e come e perché chi non ha votato Berlusconi è così nettamente fuori dal mainstream dell’Italia.
Su Berlusconi la fabbrica Rai è instancabile. Ha messo le ronde armate, ha chiuso le frontiere, ha espulso i rumeni, ha venduto la Roma a Soros e l’Alitalia a un suo amico, ha liberato i mafiosi, li ha decretati eroi, sta riscrivendo i libri di storia. L’ufficio politico del Tg 1 è talmente inventivo, diciassette veltroniani e otto casiniani, che lo stesso direttore Riotta ha problemi a tenere loro dietro. Infettando i grandi giornali, di cui la Rai da tempo fa l’agenda. Con un’evidente egemonia. Una sorta, benché sappia di francesismo, di malefico “raiume” dell’informazione.
giovedì 24 aprile 2008
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