Almunia ha finalmente scoperto che l’euro a due volte il dollaro “non rispetta più i fondamentali dell’economia”. E anzi teme la “combinazione” tra il deficit Usa e i surplus asiatici. Non si finisce di stupirsi dell’Europa di Bruxelles. Sarà il commissario un compagno no global travestito? Ma non ha più l’età per negare la realtà. No, Almunia ha perfino scoperto che lo yuan cinese si nasconde troppo dietro il dollaro – una questione che per altri è vecchia di sei-sette anni. No, è che Bruxelles è proprio un altro mondo: chiuso, cupo, borioso, inerte.
Il dollaro che passa da 0,83 a 1,60 nella presidenza Bush. Il prezzo del petrolio che, nella stessa presidenza, non ha politicamente alcuna logica, se non quella monetaria: sfiancare l’euro, elevandolo a valori stratosferici. I tre quarti dell’economia mondiale che prosperano col dollaro, mentre incensano farisaicamente la fortezza euro. Il peggio di tutto è Almunia o l’Europa, che pretendono dall’America e dalla Cina una rivalutazione. Pretendono cioè che gli Usa e la Cina se le taglino. Altrimenti… Altrimenti che?
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