Il 28 giugno 1916 Rosa Luxemburg fu arrestata con Karl Liebknecht dopo uno sciopero, proibito in guerra, e condannata a due anni di carcere. In carcere scrisse articoli, compreso il famoso “La Rivoluzione Russa”, sul rischio di una dittatura boscevica in Russia, e il “Pamphlet Junius”, con l’alternativa “socialismo o barbarie”. In carcere scrisse anche alla sorella di Liebknecht, Sonja. Fra le tante una lettera sulla sofferenza degli animali, che Karl Kraus pubblicherà due anni dopo, dopo la morte di Rosa, e Marco Rispoli ripresenta in questo aureo libretto, insieme con l’articolo di Kraus, e altri pezzi sulla sofferenza animale di Kafka, Canetti e Joseph Roth.
Un po’ di compassione per gli animali, dunque. Ma è anche una maniera per Rosa Luxemburg, una figura sommersa anch’essa dalla caduta del Muro, di tornare all’attenzione. La bizzarria è che, nella traduzione di Rispoli, la lettera della Luxemburg sembra un capolavoro, al confronto degli altri contributi, Kafka compreso. In grazia, direbbe lei, della “mia inesauribile letizia interna”. Riesce ad amare anche la notte: “La profonda oscurità della notte è bella e soffice come il velluto, a saperci guardare”. In più della riconosciuta sensibilità politica: una cosa giusta la rivoluzione in Russia l’ha fatta, “ha ripulito l’aria dai miasmi” e dai pogrom. In Germania invece: “Riesco piuttosto a immaginarmi dei pogrom… in Germania”. Sembra una cosa fuori del mondo, ma: “Di certo vi è l’atmosfera giusta, fatta di bassezza, vigliaccheria, reazione e ottusità”.
Di Rosa Luxemburg si parla ancora per la vicenda umana. Uscita di prigione, Rosa si oppose nel 1918 alla sollevazione Spartachista, che riteneva avventata, e alla formazione del Partito Comunista perché prematura. All’alba della Rivolta di Gennaio, il 15 gennaio 1919, venne rapita e assassinata, a colpi di canna da fucile, dice Kraus, insieme con Liebknecht, dai soldati dei Freikorps, agli ordini del governo del socialdemocratico Friedrich Ebert. L’operazione ha un risvolto romanzesco che non va taciuto. Il rapimento fu reso possibile grazie al pedinamento di Wilhelm Pieck, il futuro presidente della Germania Est. Ma Pieck, preso assieme agli altri, fu rilasciato. Da qui l’ipotesi che Rosa Luxemburg e Liebknecht siano stati “venduti” ai Freikorps da Karl Radek, il capo del comunismo tedesco, in sintonia con Lenin.
Rosa Luxemburg, Un po’ di compassione, Adelphi, pp.65, €5,50
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