Giallo d’esordio a coda di pesce per il massimo giallista italiano. Il finale sciapo è anche sbagliato, non tenendo conto di nessuna delle premesse. Tutte peraltro senza spessore né suspense. Fra personaggi improbabili in ambienti senza carattere – come d’altra parte è ora l’uso per la narrativa postmoderna, che si vuole in presa diretta (in inglese).
È un Omnibus del 1940, quando, spiega in nota Roberto Pirani, non c’erano delitti in Italia. Ciò non è vero, ma è vero che il giallo non va nei regimi dittatoriali, o del pensiero unico. Se non in queste forme senza sapore – è il postmoderno allora indice di pensiero unico, se non di potere, di vacuità in qualche modo obbligata?
Giorgio Scerbanenco, Sei giorni di preavviso, Sellerio, pp.279, €12
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