Berlusconi dev’essere, al suo modo sbracato, anche lui uno snob. Nel passato governo si fece consigliare dall’Avvocato Agnelli, suo strenuo denigratore, l’ambasciatore Ruggiero, quello della famosa concertazione coi centri sociali, che portò alla catastrofe del G 8 a Genova. Ora esibibisce come suo ambasciatore straordinario Luca di Montezemolo. Che prima di diventare presidente della Confindustria quattro anni fa s’illustrava a Roma quale pretendente altezzoso al posto di Berlusconi, da lui rappresentato nei salotti poco più di un pirla.
Il posto di Montezemolo sarà rappresentativo. Ma tale da consentirgli di poter dire la sua ogni giorno. E questo significa che Berlusconi non cambia metodo di governo. Lo farà magari ristretto, ma non coeso. Non capace di fare di corsa le infinite riforme. Ma come il precedente ingolfato nelle riserve e i rinvii di Fini, Casini e Follini (chi è Follini? fu vice-presidente del consiglio col precedente Berlusconi), di chi ci sta ma pensa al dopo, dei rinvii, della tessitura, di Gianni Letta.
domenica 4 maggio 2008
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