C’è maretta all’Agenzia delle entrate sul costo della messa in rete dei venti e passa milioni di dichiarazioni dei redditi. L’improvvida iniziativa, all’ultimo giorno di Visco al governo, costerà il posto al direttore dell’Agenzia. Ma questo è l’esito minimo dell’agitazione: si fanno ora i conti di tutti gli appalti senza gara dell’ex vice-ministro a società di informatica per modelli poco o nulla improduttivi. Costosi per la Pubblica Amministrazione ma di poco o nessun effetto nel contrasto all’evasione, e quindi dannosi. Sui redditi a parametro, sugli studi di settore (i famosi fruttivendoli di Viareggio o di Portofino, che pagano per dodici mesi il reddito di agosto…), dsull'accessibilità dei dati. Con un contenzioso moltiplicato, e produttivo solo per le inutili commissioni comunali e provinciali, per i gettoni di presenza.
L'uscita di Massimo Romano, il direttore nominato da Visco, nelle prossime ore non sarà la sola novità dell'Agenzia delle entrate, l'ex ministero delle Finanze. Né il prevedibile ritorno dell'avvocato Raffaele Ferrara. Molte carte hanno già preso a circolare su Visco, di cui non è apprezzabile l’attendibilità. Ma è certo che l’ex vice-ministro, che non era amato all’ex ministero delle Finanze per il suo brusco autoritarismo, non avrà vita facile ora che non è più in controllo. D'altronde, fra le cause promosse contro i dipendenti che erano andati a curiosare tra i redditi di Prodi e la pubblicazione inopinata dei redditi di tutti i dichiaranti è evidente la sproporzione di trattamento da parte di Visco: lo "scandalo" è semmai peggiore, la materia per gli avvocaticchi ampia. Tanto più che gli elenchi, espunti dal sito dell'Agenzia, rimangono in rete. A disposizione di qualunque malintenzionato voglia rapire un bambino per un riscatto lampo.
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