“La vecchia sindrome dell’“Unità” (“L’Unità non lo dice”) sarebbe passata al “Corriere della sera?”, chiede un lettore, che segnala un articolo del quotidiano in data 3 giugno, dal titolo “Sospeso il Comune dove Orsi era iscritto ai Ds”. Orsi è l’imprenditore campano pentito di camorra e assassinato il 2 giugno. Un articolo, scrive il lettore, “ridotto a poche frasi e firmato con una sigla, Ma.Po., e poi cancellato dall’archivio del quotidiano, “che pure registra perfino le lettere”.
L’articolo è pieno di notizie importanti, a giudicare dalla frasi che il lettore cita: “Il prefettop Ezio Morra sospende il consiglio comunale di Orta d’Atella, 13 mila abitanti, per presunte infiltrazioni della camorra. È la prima ricaduta politica dell’omicidio di Michele Orsi a Casal di principe. Orta d’Atella è uno delgi enti promotori di Cmc, azenda mista publico-privata del settore trasporti, che ha ra i componenti privatu la società dei fratelli Orsi. Del resto, era ala s ezione Ds di Orta che i due fratelli risultavano iscritti nel 2007, quando furono arrestati nell’inchiesta della Dda di Napoli su camorra e business dei rifiuti. Il partito decise di commissariale la sezione. Gli iscritti protestarono, si autosospesero, dissero che i due fratelli erano incensurati quando presero la tessera… “
Con i diessini di Orta era il sindaco Salvatore del Prete, anch’egli diessino, che poi passò con Clemente Mastella. “Seguendo”, dice la brebe rimossa, “la traiettoria politica di Angelo Brancaccio, che dei Ds di Orta d’Atella è stato a lungo un pirotecnico leader. Figlio di uno dei fondatori delPci a Orta, Barnacaccio, quando era di sinistra, riuscì a arsi eleggere sindaco del paese con il 95% dei voti. Era il periodo in cui Orta vantava il record italiano di cittadini che prendevano il reddito minimo d’inserrimento. Anche Brancaccio, oggi consigliere regionale Udeur,nel 2007 fu tovcato da un’inchiesta per corruzione, peculato ed estorsione”.
Una lettura in effetti interessantissima, uno spaccato in bereve della vita reale della politica in provincia. Ma si vede che il vizio al “Corriere” perdura. “La vecchia sindrome dell’“Unità” è la prima cosa che i borghesi buoni del “Corriere” hanno adottato, fin dai tempi di “Lascia o raddoppia” (“Se non lo dice il “Corriere”… “). Cos’altro può essere questo articolo che c’è e non c’è? Il giornale ha “occupato il posto”, nel caso che l’assassinio di Orsi creasse un’ondata emotiva. L’emozione non c’è stata, a nessuno frega più nulla di Napoli, e la debole traccia del pezzo sminuzzato è stata fatta sparire.
È un reperto che potrà fare storia. Dopo le ultime novità nel quotidiano bazoliano, si potrà ritenere questa una delle ultime censure del Minculpop postcomunista.
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