È Perricone a gestire la Rcs e lo stesso “Corriere” – nell’attesa di Riotta. L’amministratore delegato è in piena sintonia con Romano Prodi e con Bazoli: mantenere inalterato l’assetto proprietario, riequilibrare il giornale a favore della componente bianca del partito Democratico. Il “Corriere” ha anche bisogno di un restyling, e di un rilancio promozionale. Ma a questo si provvederà con l’arrivo del nuovo direttore in pectore.
Riotta avrà l’incarico di rilanciare il “Corriere della sera” con una formula editoriale più snella. Sempre vivace, sullo stile ormai dominante di “Repubblica”, ma agile. La sfida è sempre tra i due giornali, anche se non combattono per un mercato più ampio. Anche se essa pure in perdita di copie, “Repubblica” soprattutto punta a strappare di nuove la leadership di mercato al “Corriere”.
L’arrivo di Riotta è ritardato per due motivi. Per consentire a Perricone di realizzare la pesante ristrutturazione in programma, lasciando il nuovo direttore fuori dagli inevitabili contraccolpi. E per la fiduciosa attesa che dai nuovi assetti della Commissione parlamentare Rai e del consiglio d’amministrazione dell’emittente pubblica il nuovo direttore esca da martire, se possibile con lo stigma del mangiafuoco Berlusconi.
Nelle more, Perricone farà gli esuberi. Operazione che assicura indolore, per il consenso preventivo che avrebbe già acquisito dai sindacati, sia dei giornalisti che dei poligrafici. L’ad di Rcs ha dalla sua una sorta di ricatto, con l’allargamento della ristrutturazione ai quotidiani, cui le federazione della stampa e dei poligrafici sono assolutamente contrari, per motivi politici oltre che sindacali.
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