Ieri l’Europa s’è riunita, e ha condannato il governo italiano sui rifiuti di Napoli. S’è riunita di sabato, quando a Bruxelles il venerdì alle due non c’è nessuno, sono tutti partiti per il week-end, e ha condannato una legge che non ha ancora letto. C’è da molti anni una costante invenzione in Italia dell’Europa, che si può attribuire ultimamente ai banchieri, gente di poca fantasia, i quattro che dirigono i grandi giornali. Rimestatura, insomma, per non saper riempire i giornali altrimenti. Ma che è stata l’invenzione dei corrispondenti a Bruxelles, per il resto inoccupati e annoiati, e per questo affascinante.
L’Unione Europea in Italia si occupa di tutto. Dell’Alitalia, contro la quale ha annunciato per un paio di settimane ricorsi delle altre compagnie europee che invece non li hanno presentati – era l’epoca in cui l’Alitalia doveva andare a Air France. Del grano che non bisogna produrre anche se ce n’è necessità. Del parmigiano, di cui i formaggiai scozzesi – o finlandesi? – possono fregiarsi. E ora, stando ai giornali italiani, dei liquami di Napoli, se effettivamente devono essere liquidi, come la parola sembra dire, oppure allo stato solido, “tal quale”. Nonché dell’immigrazione, se Milano contesta a quattro immigrati il reato di clandestinità – ma non ne occupa in Spagna, che ogni giorno deporta centinaia di immigrati, senza nemmeno contestare loro la clandestinità.
domenica 1 giugno 2008
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