Il malessere degli ex Dc nel partito Democratico comincia a perforare la corazza dei militi del partito Democratico. Perché è diventato via via più acido col passare dei giorni dalla batosta del 13 aprile. Che si è avuta al centro, per la fuga del voto confessionale nell’astensione, in Casini, in Lombardo, in chicchessia meno che in Veltroni. Alla cui arroganza la batosta viene ascritta: non è più mugugno, è accusa aperta nelle riunioni degli amici. Nessuna tentazione di guardare al Centro, di Casini o chi si voglia, l’antiberlusconismo dei bianchi rimane ferreo. Ma monta, seppure sordo, una sorta di antiveltronismo.
Il conto dei flussi di voto è devastante per i bianchi del Pd. Che delle tre grandi aree dove il partito è franato, il Nord-Est, area milanese, Roma, ha tenuto solo nella prima. Nell’arco dalle Prealpi lombarde a Trieste, passando per il Triveneto, l’ex Margherita ha tenuto. A Milano-Lodi-Monza, dove la sinistra Dc vent’anni fa aveva mezzo milione di voti, il 13 aprile non è arrivata a 200 mila, a essere generosi nel calcolo. A Roma c’è il dato inoppugnabile, seppure meno pesante in cifra, dei 35 mila voti passati al secondo turno da Rutelli ad Alemanno, e dei 40 mila, ex diessini, che sono andati a votare Zingaretti, candidato alla provincia, ma non Rutelli. La tenuta del Nord-Est è attribuita a un solo fattore: l’opposizione della leadership locale bianca ai diktat di Veltroni, malgrado le buffonate di Palearo e soci. Nella quarta area dove il Pd ha perso, il quadrilatero rosso di Emilia, Toscana, Umbria e Marche, gli ex popolari mestamente riconoscono che è mancato il loro voto.
La incomunicabilità si estende peraltro alle casse, e qui rischia il naufragio lo stesso progetto di partito unito. L’adesione è sempre più ritenuta avventurata, nella base degli ex Dc, agli ex Pci, pe il fatto che questi dispongono di una potenza terrificante: tutto il patrimonio ex Pci salvato dalle banche, che ora si occulta in una ventina di Fondazioni, sparse, ma tutte saldamente controllate da compagni fidati nominati a vita. Nell’autunno del 2007 Lamberto Sposetti, l’ultimo amministratore ex Pci, l’ha scritto al “Corriere della sera”: “Da me il Pd non avrà un euro”. Nel senso che, dentro il Pd, gli euro li avranno gli ex Ds.
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