Un aumento di capitale è balenato al consiglio d’amministrazione straordinario della Rcs il 16 giugno. Ma come semplice ipotesi: il consiglio ha deciso di mantenere inalterati, “allo stato”, i piani industriale e finanziario, e per tornare in bonis ha varato la ristrutturazione. L’aumento di capitale era stato prospettato in alternativa ai tagli, per allegerire il bilancio Rcs degli oneri finanziari. Ma sarebbe stata una novità rivoluzionaria per la Rizzoli Corriere della sera, dove nessuno dei padroni post Rizzoli ha mai gradito mettere mano al portafogli. Il "Corriere" è un’azienda che tutti vogliono avere ma nessuno vuole finanziare. Anche perché gli equilibri vi sono misurati con il bilancino, e sempre sono delicati. Ha prevalso quindi la linea del “quaeta non movere”. Che è poi quella di Giovanni Bazoli, il patron effettivo del “Corriere della sera”.
L’equilibrio che si mantiene col mancato ricorso alla ricapitalizzazione è anche quello dell’antiberlusconismo. Tra le incertezze di un eventuale aumento di capitale c’è pure la linea politica. Anche in questo caso ha prevalso, con l’antiberlusconismo, il patron di Intesa. Con una sola correzione: più attenzione ala componente bianca del partito Democratico. Nessuno in cda ha prospettato un cambiamento di linea. Ma più di uno dei dieci membri del cda, in rappresentanza dei tredici azionisti, ha prospettato un “Corriere” agile come “Repubblica”, capace cioè come il giornale romano di rappresentare tutti i personaggi in campo, mentre il “Corriere della sera” appare massiccio, rigido, impacciato.
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