Decisione incomunicata, ma solo poco meno che ufficiale, al consiglio d’amministrazione straordinario della Rcs il 16 giugno: una radicale ristrutturazione dell’area periodici per riportare il gruppo in bonis entro l’anno, anche se l’area maggiore di perdita sono i quotidiani italiani, “Gazzetta dello sport” e “Corriere della sera”. Particolare curioso: la “Gazzetta dello Sport” non si è ripresa dal salasso di lettori nelle province juventine, in Toscana, nel biellese, in Romagna, ma non cambia registro, non è finita la spremitura di Torino da parte di Bazoli, l’“erede dell’Avvocato”?
Il Gruppo ufficialmente conferma “di confidare, allo stato delle conoscenze attuali, di raggiungere nel 2008 risultati correnti operativi sostanzialmente a tenuta rispetto all’anno precedente”. Leggi: con una lieve perdita operativa, anche se poi sarà “sostanzialmente” sostanziale, tenuto conto degli oneri finanziari. L’andamento del primo semestre sarà esaminato dal cda a Ferragosto, ma è già noto: pubblicità e vendite in calo, anche se di poco rispetto al 2007-2006. Quando però il calo diffusionale era stato sostanziale rispetto al 2005. Il rimedio sarà tentato con una riduzione drastica dei costi.
Il cda straordinario non è stato sbrigativo come il comunicato del presidente Marchetti lascia presumere. La ristrutturazione di Marchetti-Perricone ricalca quella di Ronchey-Calabi dodici anni fa: sarà cioè radicale, e si farà a spese del personale della Periodici. Anche se la parte che produce le perdite è la Rcs quotidiani, i quotidiani italiani del gruppo. Gli esuberi sarebbero però “dimezzati”. Nel 1995-96 la ristrutturazione si fece con mille licenziamenti. E del “Corriere” si riuscì il recupero con la direzione Mieli, che trasformò il quotidiano in una “piccola “Repubblica””. Oggi la ristrutturazione va per la stessa strada, con esuberi dimezzati, a quattro-cinquecento. Ma del recupero del “Corriere” non si ha idea. Anche perché Mieli non è più disponibile.
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