Rieccolo, è tornato al governo ed è di nuovo quello di prima, superficiale e inconseguente. Sono riusciti perfino trovargli a Bruxelles qualcuno in grado di condannarlo – per i rifiuti di Napoli – un giorno di sabato. E gli agitano come avversario nientemeno che Scalzone, che squalifica ogni causa. Berlusconi, di cui la sinistra denuncia il monopolismo dell’informazione, si dimostra sempre un pessimo comunicatore: nei giornali e nei telegiornali, qui soprattutto, il suo governo ha già fatto una diecina di passi falsi, mentre ancora non si sa. Nei giornali stranieri, tanto importanti, non solo per il voto degli italiani all’estero, si può anzi dire che l’immagine negativa sia promossa da Palazzo Chigi, tanto è screditata e ampia.
Berlusconi in realtà, malgrado tutte le sue televisioni e i suoi giornali, ha sempre avuto una struttura comunicativa debole a Palazzo Chigi. Anzi inesistente a paragone della presenza nell’informazione di Prodi o D’Alema. Lui solo parla, nelle interminabili e inutili conferenze stampa, si ascolta, si piace, e questo è tutto. I suoi portavoce sono polemisti sterili, a volte solo gentili, e nient’affatto intromettenti. Qualsiasi esperto di comunicazione non italico gli riconoscerebbe talento (modesto) di gigione, e gli darebbe zero in scienza della comunicazione.
Se ne dovrebbe inferire una valutazione positiva sulla democrazia in Italia. Ma per una volta i nemici di Berlusconi hanno ragione: c’è un dovere del governo di spiegarsi e farsi conoscere. Anche perché l’informazione è una brutta bestia, va governata. Nessuno accusa Prodi o D’Alema d’intromettenza nell’informazione, hanno fatto il loro dovere di capi del governo. Mentre non passare l’esame quando si elimina la spazzatura a Napoli, o perché si è adottato un provvedimento equilibrato sull’immigrazione, questo è una colpa.
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