sabato 26 luglio 2008

Il congresso Pd si fa al telefono

Chi legge le cronache delle intercettazioni Telecom in parallelo, sul “Corriere della sera” e su “Repubblica”, ha netta la divaricazione che spacca in queste settimane il partito Democratico. La lettura degli atti che il “Corriere della sera” propone è tutta mirata a tirar fuori gli ex Ds dalla vicenda: l’Oak Fund è un’invenzione, Tavaroli non conosce Mancuso né D’Alema, è tutta una faida tra i servizi segreti, e insomma non c’erano tangenti nell’acquisto di Telecom da parte di Colaninno (che il “Corriere” non menziona, parla di Bell...), sotto forma di dritte di Borsa, o insider trading. Cosa di cui invece i prodiani sono sempre stati arcisicuri, e su cui “Repubblica” sguazza. All’epoca gli ex Dc quantificarono pure l’entità dei guadagni da insider per gli ex Pci: 87 miliardi di lire.
I due giornali della società civile si sono però scambiati i ruoli rispetto a dieci anni fa. All’epoca era il “Corriere della sera” che documentava le visite di Colaninno il pomeriggio tardi a Botteghe Oscure. “Repubblica” faceva invece da battistrada alla “razza padana”.
Uno scambio di ruoli c’è anche tra i consiglieri, che si pregiano del titolo di banca d’affari. Prodi si poteva avvalere all’epoca per il calcolo degli sfioramenti di valenti analisti di Borsa, come Claudio Costamagna (allora Goldman Sachs) e i fratelli Magnoni (Ruggero è Lehman Brothers). I quali gestivano l’Oak Fund, e quindi sanno di che si tratta. Ma solo fino a metà 2000, il thriller continua - e poi Ruggero potrebbe non dire la verità, il gestore dev'essere una tomba, eccetera.

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