Nega tutto Marco Tronchetti Provera, delle spiate Telecom, eccetto che sul calcio. Tavaroli? Per il resto è un chiacchierone – il milanese, certo, è misericordioso. Ma sulle spiate alla Juventus Marco Tronchetti Provera non nega e anzi rivendica orgoglioso, a verbale firmato: “Chiacchierando con Facchetti e con Moratti, più di una volta emergeva che c’era qualcosa che non funzionava nel sistema, che c’erano collegamenti con arbitri, tra arbitri; poi c’erano i soliti discorsi relativi al ruolo di alcuni dirigenti, Moggi e compagni. Non sapevo che ci fosse stato un contatto di Tavaroli con qualcuno dell’Inter: quello che sapevo invece era che Moratti era stato dalla dottoressa Boccassini insieme a Facchetti perché c’era stato un giovane arbitro che aveva indicato un problema relativo a una vicenda di tessere telefoniche”.
È una prosa singolare per più motivi. Da “impunito”, lo strafottente che la giustizia ce l’ha in tasca. Da superficialone, come sanno essere i grandi capitalisti. Da furbo.
Moratti portava il povero Facchetti a presentare alla Procura di Milano il dossier anti-Juve – di questo si tratta: il “giovane arbitro” se c’era avrebbe fatto la denuncia in proprio. Poi il dossier finì a Napoli, auspice la “Gazzetta dello Sport”. Quando si dice che a Milano non c’è giustizia!
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