Gli zapaterismi indigesti sono tanti, troppi. Un partito al soldo degli speculatori immobiliari. L’uso indiscriminato degli ogm nella frutta, vanto dell’export spagnolo. Un ministro della Sanità che vanta titoli che non ha. Un ministro della Difesa che si fa propaganda con la sua gravidanza all’ottavo mese. I continui sgraziati attacchi all’Italia, a qualsiasi aspetto della vita italiana, nel mentre che Zapatero in persona fa visita di cortesia a Berlusconi a Roma. La celebrazione della Bétancourt con la comune passione per la testata di Zidane, celebre e amato solo per averla data a un calciatore italiano. Il cambio di sesso all’anagrafe con una semplice telefonata. Chavez opposto agli Usa. La riapertura delle fosse comuni, quelle franchiste - ma chi la fa l'aspetti: Simone Weil, volontaria repubblicana, vide un quindicenne fucilato solo perché aveva al collo la medaglietta della Madonna. L’occhio chiaro di Zapatero è come la testata di Zidane, vaga sul nulla. Forse è solo un buon massone, e forse neanche quello – bisognerà vedere di che osservanza, le logge possono essere tra loro feroci.
Ma l’assurdità della sua politica dell’immigrazione è indigeribile. Muri e mitra contro i nord africani nel Marocco spagnolo. Mattanze quasi quotidiane di poveri africani al largo delle Canarie. Quarantamila espulsioni l’anno, un aereo al giorno. E ora il rientro degli immigrati disoccupati, almeno centomila. Consigliato e non imposto, come no. Dallo stesso ministro Camacho così sensibile contro l’Italia. E incentivato con i soldi degli stessi immigrati, con l’indennità di disoccupazione cui hanno diritto. Ogni disoccupato extracomunitario avrà l’indennità solo se se ne va. Con la promessa, parola di Camacho, che fra cinque anni potrà ritornare, fare la domanda di tornare. E nessuno lo arresta, arresta Camacho. Sembra di sognare.
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