Berlusconi entrerà nel patto di sindacato di Mediobanca, di cui già gode i privilegi. L’ingresso in Mediobanca è parte di un disegno ampio, e non è solo l’opera di Geronzi.
I Berlusconi in Mediobanca è la notizia di cui meno si parla sui grandi giornali, ma che occupa Milano. Marina è nel consiglio del “salotto buono” a titolo proprio, più che di socio di maggioranza del socio Mediolanum, per un armistizio che è quasi una pace. Ce l’ha portata Cesare Geronzi, il nuovo dominus della banca. A dispetto di Profumo. Ma con l’avallo di Bazoli. Nonché di Trieste, malgrado l’ennesimo conflitto d’interessi del presidente del consiglio, coproprietario di Mediolanum. E la neutralità di Tronchetti Provera, per quello che conta. Berlusconi in Mediobanca può farsi forte, oltre che di Geronzi, dei soci francesi.
L’effetto della pace sarà immediato sulla Rcs. Sul “Corriere della sera” in prima battuta – che anzi ha preceduto la svolta. In un secondo momento sulla casa editrice, specializzata nei best-seller antiberlusconiani. Nel tempo l’intesa si potrebbe allargare alle assicurazioni. Attraverso l’entrata di Mediolanum, di cui la Fininvest è socio di maggioranza col 35 per cento, nell’orbita di Generali. Oppure attraverso un disimpegno di Fininvest da Mediolanum e l’assunzione di una quota nel patto di controllo di Generali.
lunedì 22 settembre 2008
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