Nei giornali e alla Rai, dove Veltroni ha sicuro potere, sono stati due giorni frenetici di angosciate domande. Oggetto: Lui, Veltroni, e il Partito. Col sottinteso: dove andremo a finire (con chi ci dobbiamo schierare)?
Le ultime uscite di Veltroni dopo la vacanza in America sono sembrate uno spot per Berlusconi. E tanto peggio se, com’è ovvio, è un effetto non voluto, i fedelissimi per questo sono preoccupati. L’angoscia è precipitata con l’imbarazzante performance a Porta a porta, che avrebbe sbalordito pure il cinico Vespa. Con l’inverosmile vicenda della mediazione tra Colaninno e Epifani, come ai vecchi tempi del Pci. E l’ironia sulle camicie “scure” del presidente del consiglio, che avrebbe fatto scadere a scherzo il dibattito sul fascismo, dai fedelissimi ritenuto invece “centrale”.
L’inquietudine si era diffusa al ritorno di Veltroni dall’America “a mani vuote”. Senza nemmeno una fotografia con Obama. E si rafforza di ora in ora con il suo palese girare a vuoto, senza argomenti, gemono i suoi, per i problemi seri: la recessione, il carovita, il precariato, e la decisa controriforma del governo sulla scuola e la sanità, la privatizzazione dei servizi essenziali.
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