venerdì 19 settembre 2008

Tutto ok, è il salvataggio della speculazione

A questo punto ce n’è per tutti, c’è anche un modesto dividendo, e la crisi della banche Usa può svoltare. I 200 miliardi del fondo delle banche centrali e le nazionalizzazioni negli Usa coprono le aree di crisi, accrescendo anzi la liquidità. In un mercato che, malgrado oltre un anno di crisi, è sempre liquido. Il banco potrebbe aver pagato a sufficienza per colmare i giocatori, se la finanza è, come dicono i suoi protagonisti, un casinò.
Il rilancio delle Borse è una dichiarazione di volontà, più che un sintomo: i mercati dicono che intendono giocare ora al rialzo. Di questo non c’è da fidarsi. Ma nelle nazionalizzazioni americane, del colosso assicurativo Aig compreso, in Italia si direbbero salvataggi, e nel fallimento Lehman c’è pure molto di solido, soldi buoni che si prendono a poco prezzo, e già hanno fatto drizzare le orecchie a banche e assicurazioni. Dopo la nazionalizzazione di “Fannie Mae” e “Freddie Mac”, le agenzie dei mutui fondiari, il fondo per i “debiti tossici” annunciato dal ministro del Tesoro Paulson nazionalizza tutte le perdite future sui derivati dei mutui, a fronte dei quali emette solide obbligazioni.
Il fondo preannunciato da Paulson, per giunta senza plafond, aperto cioè a ogni esigenza, è un’impensabile nazionalizzazione della speculazione, una cosa da fantascienza. Anche per questo il mercato gioca entusiasta: è una promessa che ce ne sarà sempre per tutti.

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