L’Italia, il tricolore, le convention, i sondaggi, le veline, le fiorettiste, non c’è trovata berlusconiana – per non dire dell’agenda - che la sinistra non ricalchi. Rimproverandola a Berlusconi, la sinistra è per bene. Riservandosi di criticarne sempre e comunque la politica, di cartavelina, di plastica, di specchietti, triviale, mafiosa, e anche fascista.
O altrimenti è la follia. Veltroni, che ha preso il Pd d’assalto, e lo tiene con pugno di ferro, che evoca Putin e il putinismo. Orlando che rincara: è l’America Latina. Che non vuole dire niente, ma è lo stesso Orlando che vuole la presidenza della Commisione Rai, una delle più sensibili politicamente. Essendo stato lo stesso Orlando, Leoluca, che nel 1990 voleva prendersi tutta la Dc. Per il motivo che nelle sezioni elettorali di Brancaccio a Palermo prendeva il 100 per cento dei voti, non uno di meno. E insieme difendono alla morte l’“autonomia” della magistratura. Che non vuole dire niente, se non che entrambi isolarono e additarono ai killer Giovanni Falcone, Veltroni coi suoi rappresentanti al Csm, Orlando nella compiacente Rai, con l’impavido Santoro.
Lo storico fra cinquant’anni non si raccapezzerà tra tante "putinate" - oggi, poi, il "putinismo" non è di Alemanno a Roma ma delle banche, che la fanno pagare cara. Mentre per chi ha vissuto prima è un trito già visto: della debolezza dei compagni di strada, della loro inutilità. Si sono fermati al compromesso storico, all’ombra del Forte Partito, degli onesti, dei capaci, dei furbi, se non intelligenti, della tribù civile in mezzo ai barbari. Sono poveretti e andrebbero compianti. Non capiscono e non sanno che altro dire, se non infangare la Resistenza. Ma questi politici e intellettuali sono anche dannosi, e qui non c’è ricetta, se non buttarli a mare. Bisogna dunque sperare in un’alluvione, un maremoto, uno tsunami.
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