Il “Corriere della sera” ha pubblicato sabato, in margine al rinvio a giudizio di Moggi, questa intimazione, firmata Daniele Dallera. Ingiustamente trascurata. Sotto il titolo “Non va abbassata la guardia” il “Corriere” infatti scrive: “Si attende con ansia il processo (speriamo che non diventi un inutile show) con fischio d'’inizio il 20 gennaio per vedere che fine farà il più grosso scandalo che il calcio, con le sue esagerate degenerazioni, abbia mai partorito. Ora nel mondo del pallone si respira una strana aria, a prima vista più ossigenata, pare quasi di essere in montagna tanto sembra sia buona. Ma non è così: rilevatori attenti indicano che è ancora attivo, nascondendo magari la faccia e usando altre firme, facendosi coprire da agili prestanome, chi era abituato a spadroneggiare nel mercato facendo solamente gli affari propri. Per questo non bisogna sonnecchiare, pensare che vada tutto bene, che quell’aria di cui si è accennato sia così pulita. Occorre vigilanza, per non cadere ancora in certe tentazioni. Così come si deve valutare con attenzione la posizione di chi con quel sistema di potere ha dovuto fare i conti finendo per essere vittima con il paradosso di ritrovarsi poi sullo stesso banco degli imputati”.
L’articolista ha in mente la Juventus? È improbabile. Ma allora ha ragione Moggi, che Milano è mafiosa. E chi è che dovrebbe uscire dal processo? I Della Valle? Dallera è l’interprete di Moratti, il gentleman dell’Inter. Uno che per amore dell’Inter ha falsificato i bilanci in Borsa, per 500 milioni. Mille miliardi, mica una lira.
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