Ha la politica di non commentare le voci, e così è da un mese il salvatore di numerose banche. È Botin, il patron del Santander. Che è stato visto cavaliere bianco ultimamente a Londra, poi negli Usa, e infine di Unicredit. Che però non ha bisogno di essere salvata. Ha una gestione tropo complessa da digerire, col suo partner tedesco Hypovereinsbank. Costerebbe troppo. Ha troppo peso in Italia, in banca e altrove. E troverebbe difensori strenui. Magari controvoglia, in Banca d’Italia, ma obbligati. Magari non voluti, come il governo Berlusconi, ma insuperabili. La Baviera, parte non minore della partita, è essa pure di ostacolo, avendo consolidato con Unicredit il rettangolo col Lombardo-Veneto che ne fa la regione più ricca in Europa e nel mondo.
Unicredit ha troppe presenze ingombranti, in Mediobanca, Generali e altrove. Botìn ne ha fatto esperienza personale a gennaio del 2007, quando pensava di potervisi avvicinare attraverso Capitalia, sponsorizzando Geronzi: non ha avuto alcuna possibilità, e Capitalia è finita a Unicredit. Botìn si è contentato di fare un affarone con la compravendita di Antonveneta, mettendo da parte ben 2,4 miliardi in tre mesi. Il Santander inoltre è liquido ma non troppo: fu grazie alla vendita fortunata di Antonveneta al Monte dei Paschi che Botìn potè evitare un aumento di capitale da 4 miliardi altrimenti necessario per sostenere la scorribanda su Abn Amro. Il quasi fallimento di uno dei due soci del raid su Abn Amro, Fortis, ammonisce peraltro a stare più liquidi, e più patrimonializzati, possibile.
Non è aria per interventi salvifici di mercato - a meno di non essere il braccio della Fed, o della Bce: la crisi si vuole risolvere nel mercantilismo, ognuno si tiene i suoi pezzi, per quanto bacati. Come gli ultraliberisti Usa e Regno Unito, la Germania tenta ora di salvare la sua (prima) mela marcia, la Hypo Real Estate. Unicredit è poi palesemente vittima di una speculazione: almeno la metà delle vendite sono allo scoperto, il disimpegno dei fondi è solo un esito degli automatismi con cui si regolano. Una disinvolta speculazione - su Unicredit e Intesa, i gruppi più liquidi e anche più solidi, col Santander - che il tardivo blocco della Consob sulle vendite a brevissimo dovrebbe avere sgonfiato. Da solo basta a spiegare il rimbalzo: Unicredit ai minimi è un invito da non trascurare.
mercoledì 1 ottobre 2008
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