La Gelmini contro Brunetta. Maroni contro Gelmini e Brunetta. Ci sono stati errori nella riforma della scuola e dell’università, “sovraesposizioni”: all’interno del governo si cominciano a fare i conti. Maroni, pur condividendo sia il decreto Gelmini che l’emendamento Brunetta, non ci sta ad “alzare il livello dello scontro”, come usava dire: le forze dell’ordine hanno consegne ferree di evitare qualsiasi forma di violenza. “Niente martiri”, avrebbe detto il titolare dell’Interno. Che esclude comunque l’impiego della forza pubblica per assicurare la continuità della didattica contro eventuali occupazioni, anche se prolungate.
Ma il problema non è tanto l’impiego della forza pubblica, che non sarebbe in agenda, quanto il carattere punitivo e eccessivo di cui sono stati caricati gli interventi sulla scuola e l’università. Gelmini tenta da qualche giorno, al Senato e nelle interviste, di recuperare la dimensione politica dei suoi decreti. E si lamenta in privato degli atteggiamenti ultimativi che invece Brunetta esibirebbe. Solo per tenere fede, afferma, alla sua immagine di mangiasprechi. Mentre Brunetta dal canto suo ritiene di essere stato intrappolato, col famoso emendamento tagliaricerca, dall’establishment ministeriale. Un emendamento che egli avrebbe proposto senza valutarne appunto l’impatto sulla ricerca scientifica.
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