Il Nord col traffico d’affari a Lufthansa, e Roma col traffico turistico alla nuova Alitalia? È l’ultimo esito dell’interminabile crisi del vettore italiano, di cui finalmente emerge la ratio.
Alitalia ha ridotto i voli da Malpensa da 1.250 a 150 la settimana, Lufthansa ha creato una Lufthansa Italia per collegare Malpensa con tutte le città europee, facendone il suo terzo hub, insieme con Francoforte e Monaco. E non c’è nessun dubbio che il programma Lufthansa partirà prima e meglio di quello della nuova Alitalia, che come tutto in Italia traccheggia tra le mille tagliole burocratiche e sindacali. Quando la nuova Alitalia sarà pronta al decollo, non prima di sei mesi, la Malpensa di Lufthansa potrebbe già essere in volo.
Non è detto. Malpensa è soprattutto una promessa andata a male, un potenziale depotenziato. Una storia ormai trentennale della follia che oggi si direbbe leghista. Se su Alitalia incombe la follia sindacale, Malpensa è stata vittima di guerre a non finire tra i tanti Comuni che in qualche modo allo scalo sono interessati. Che hanno bloccato, ritardato, rincarato, tutto ciò che hanno potuto, la terza pista, il tubo del gas, il kerosene, l’autostrada, la ferrovia.
La Lega, però, che ormai domina nelle due province, Milano e Varese, potrebbe essere risolutiva. La Lufthansa a Malpensa è un altro tassello del Nord tedesco, come lo voleva Bossi. Il Lombardo-Veneto, che ha già costituito con la Baviera e la Svevia il quadrato più ricco d’Europa, e quindi del mondo, si libera con Lufthansa finalmente delle forche caudine di Roma.
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