Si conferma che Calvino è piacevole “ordinatore” – la sua opera più stabile rimarrà la raccolta delle fiabe, alla Perrault, alla Grimm. È miglior analista che scrittore: sa quello che vorrebbe scrivere meglio di quanto riesce a dire narrando, vivace nella critica quanto noioso nel racconto. Ma anche nella critica arriva dopo: non inventa ma dà ordine. È piacevole perché è colto e educato, preciso e chiaro, nelle schede, gli articoli, i saggi, in queste lezioni. O meglio, è acuto. Quanto a scrittura, anche qui è faticoso: “Prima ancora che la scienza avesse ufficialmente riconosciuto che l’osservazione interviene a modificare in qualche modo il fenomeno osservato, Gadda sapeva…”, si potrebbe dire, forse con più esattezza, sicuramente con più pregnanza, con metà delle parole.
Italo Calvino, Lezioni americane
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