venerdì 21 novembre 2008

Il regime è la Rai - senza e con Zavoli

Fa pena Marco Pannella che minaccia il digiuno per la Commissione Rai. Per un organo cioè di sottogoverno, che “governa” l’azienda che ha inventato e perfezionato la lottizzazione, e cinicamente la esercita, proprio e solo in materia di lottizzazione. Se c’è un regime, quello è la Commissione Rai: che quaranta parlamentari debbano occuparsi di controllare l’emittente pubblica. In aggiunta all’Autorità di garanzia per la Comunicazione. Per controllarne i contenuti, la ripartizione dei ruoli e dei posti (l’infausto pluralismo di Norberto Bobbio), e soprattutto l’informazione. Martellante, ogni pochi minuti, da ogni cantone, roba da Unione Sovietica. Nella versione “Fattoria degli animali”, che si pensava satirica ma è evidentemente reale per il Parlamento italiano. Con un grano di sollazzo: se Villari non rinuncia, il senatore è un leguleio espeto, il presidente designato è uno che invece lo fa. Sergio Zavoli Woller ha accettato la candidatura per spirito aziendale, ma non ha gradito non essere stato la prima scelta, e poi è un senatore di 85 anni.
Per un cronista è sempre stato facile accantonare i diversi provvedimenti di privatizzazione che si sono succeduti negli anni: non c’è diga meglio protetta della lottizzazione. Tra i partiti, nel Parlamento democratico, e nella magistratura – che non foss’altro che per questo si conferma uno dei più solidi bastioni del potere antidemocratico: mai un’intercettazione nei corridoi della Rai, che fermentano di corruzione. Anche per reggere il duopolio con Mediaset, che è poi facile monopolio berlusconiano della tv privata, fare da specchio alla Rai.

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