Marinella Brambilla è assolta dopo quattordici anni in Cassazione perché “il fatto non sussiste”, e l’unico dei grandi giornali che lo dice è “il Messaggero” – poche righe, imprecise, su “Repubblica” e il “Corriere”. La signora era accusata, e per questo a Milano più volte condannata, di falsa testimonianza e di corruzione della Guardia di finanza, in associazione con un capitano della stessa Gdf, Massimo Maria Berruti, che nelle more del processo si è fatto avvocato, e poi deputato di Berlusconi. La signora infatti è anche il capo della segreteria di Berlusconi. È una persona che fa notizia, insomma.
Quando si farà la storia del giornalismo all’epoca di Berlusconi, quanta miseria! E quando si farà la storia della Procura di Milano: quanta corruzione verrà fuori, in atti giudiziari.
Più singolari del verdetto di assoluzione le condanne milanesi: sempre a pene miti, malgrado la gravità dei reati.
Scendono i tedeschi a Trieste e Berlusconi va a riceverli con corteggio di Audi e Bmw. I tedeschi, il cancelliere Angela Merkel in testa, gli vanno incontro “tutti con italianissime Lancia Delta e Thesis”, informa Stefano Filippi sul Giornale di Berlusconi. Continua la guerra dell’arricchito Berlusconi contro i nasarricciati Agnelli-Elkann. Ma non si sa se riderne: la faccia a tutti denti di Berlusconi è per invitarci a spendere in Germania? A parte l’abisso di buon gusto tra il made in Italy meneghino e il made in Germany.
Però, fa impressione: l’arricchito ha sempre tanta voglia e denti aguzzi, mentre i borghesi buoni-e-belli se ne stanno umbratili.
Il Corriere dedica una pagina alla “introduzione” della tavolata unica per i clienti soli dei Grandi Ristoratori. Che c’è sempre stata, a Roma da “Fortunato” o da “Cesaretto”, a Firenze dal “Latini”, eccetera, chiunque ha vissuto o viaggiato solo lo sa. Forse si vuole fare pubblicità gratuita ai Grandi Ristoratori. Ma potrebbe essere la perdita della memoria in giovane età, un nuovo filone della sanità.
Boom di vendite dell’Espresso che avrebbe pubblicato gli indirizzi di Brunetta. Pietro Ichino sul Corriere si affretta a difendere la pubblicazione: “Chi ha incarichi politici deve sacrificare la privacy”. Non c’è un rischio terrorismo, dice il giuslavorista, neo senatore democratico, che molto criticò il governo Berlusconi per non avere protetto Biagi, e da allora, sono sei anni, vive sotto scorta. Ci ha ripensato? Vuole ora il posto di Brunetta, che Berlusconi gli aveva offerto nel suo nuovo governo? No, parla la lingua che gli ha insegnato Togliatti, Cominform puro.
L’ipocrisia di Ichino si spinge a fare un’eccezione per Rushdie e Saviano: loro, sì, hanno diritto a tenere segreti i loro movimenti.
Bisogna interrogarsi sulle motivazioni di Ichino perché gli indirizzi di Brunetta sul settimanale non ci sono.
Le Monde, Libération e i maggiori commentatori di sinistra, in Francia è un coro pro Sarkozy. Per come ha riportato la Francia alla leadership in Europa, così crede la sinistra in Francia. Come si è mosso nella crisi in Georgia, come sta lavorando nella crisi finanziaria. “I perdenti della crisi capitalista saranno paradossalmente i socialisti”, si dice, sempre da sinistra. L’efficacia, detta in Italia governabilità, è ricetta politica sempre miracolosa.
Murdoch all’opposizione. Il Tg Sky fa una cronaca da stadio della sentenza genovese sul G8. Come su ogni altro evento politico. Confinando il governo alla striscia di scorrimento. Verrebbe da complimentarsi per la libertà di cui gode il telegiornale di Murdoch. Che in America e in Inghilterra schiera invece Fox News, il Times e gli altri suoi mezzi per la destra. Se non si sapesse che Murdoch ce l’ha ancora con Berusconi. Che, “dopo consultazione con i figli”, anni fa celebratamene rifiutò di cedergli Mediaset.
Un’intervista di Berlusconi a Repubblica, richiesta e concessa, è la notizia di mercoledì 12. L’arrivo di De Benedetti alla gestione del gruppo editoriale si fa sentire: Berlusconi è tutti noi.
Ma il peggio è il corsivo che accompagna la pagina, un You tube in cui svagatamene si fa vedere un Barack Obama svagato nel 2006 mentre Berlusconi parla al Congresso Usa. Un video che invece ha richiesto molto tempo, e un’applicazione da servizio segreto, ancorché privato. Che non interessa a nessuno, tutti sbadigliano in Parlamento. Eccetto che ai lettori di Repubblica, che per questo lo pubblica. E questo è il peggio.
Non poteva mancare sui grandi giornali il “rapporto” dell’Economist sulla Spagna, positivo malgrado la crisi, e tanto più per il raffronto con l’Italia, “nella morsa di un declino senza rimorsi”. Gli spagnoli sono anche più alti, avendo un cestista di m. 2,13.
Ora, non è vero che gli spagnoli sono più alti degli italiani. Se dieci banche italiane, due o tre ministeri e sei o sette industrie ne comprassero venti pagine, l’Economist non avrebbe problemi a riconoscerlo: i “rapporti” dell’Economist si fanno in base al numero delle pagine pubblicitarie che vengono prenotate.
Tanto, Italia o Spagna, sempre paesi latini sono per Londra, buoni per scherzarci su. Non a torto, visto il credito che danno all’Economist.
Galliani in un certo senso è onesto, che difende l’ex arbitro e designatore degli arbitri Collina contro il suo allenatore Ancelotti. Collina non era un commensale settimanale del Milan, e un pensionato della Opel, sponsor del Milan? Ancelotti forse si ricorda di quando Collina gli fece perdere un campionato già vinto, con merito, all’ultima partita, il suo promo da allenatore - ma allora allenava la Juventus, Collina era leale al suo Milan..
Andrea Camilleri, dopo aver più volte augurato la morte al suo editore Berlusconi, che l’ha riempito di soldi, va spiegando agli scolari romani che il ministro Mariastella Gelmini “non è un essere umano”. Avrà un contratto anche col ministero? I fascismi, si sa, sempre jugulano i maestri.
Il Comune di Torino sorteggia cento mutui casa privilegiati fra 1.400 giovani coppie. Eva Cantarella plaude commossa al ritorno della democrazia ateniese. Lo spettacolo politico non ha bisogno della lucetta rossa, l’applauso scatta condizionato.
Roma aveva un assenteismo del 40 per cento. Centinaia di licenze di taxi a cooperative di comodo. Un migliaio di cellulari all’Ama, l’azienda della nettezza urbana, con uso illimitato, anche per le intercontinentali. Un’azienda dei trasporti, l’Atac, che abolisce le linee e riduce (“razionalizza”) le tratte. Una Polizia provinciale che gira in Bmw e grossi Suv. Ma né la Corte dei conti né la Procura della Repubblica hanno mai detto o fatto nulla.
Solo contro Alemanno la Corte dei conti è ora severa: ci ha messo tropo tempo a rifare le strisce bianche e blu. Il comportamento del sindaco è “gravemente colposo” per il vice procuratore generale della Corte: invece che in cinque mesi le strisce doveva rifarle… in quanti mesi?.
Un provvedimento, la detassazione degli straordinari, entrato in funzione a luglio, ha determinato in tre mesi un calo di un terzo delle nuove assunzioni. Lo ha accertato prontamente, già a ottobre, la Banca d’Italia. Nei tre mesi d’estate in cui, in Italia, si lavora la metà delle giornate lavorative. Lotta dura\senza paura\¡hasta siempre! In Banca d’Italia?
Quanto peserà l’orrido humour di Berlusconi sui rapporti tra Italia e Usa? Niente. Per l’ovvio fatto che l’Italia pesa zero nella politica internazionale. È giusto un nome nella lista degli amici e alleati – come si vuole, mai in antitesi con nessuno.
Rimproverare a Berlusconi l’antiamericanismo? In effetti è ridicolo l’americanismo di chi bruciava le bandiere Usa e ne parodiava i funerali. Il virus della terza Internazionale è indelebile? Senza essere mortale, purtroppo.
Con le barzellette Berlusconi imita lo small talk che l’uso americano antepone alla trattazione degli argomenti seri: l’oratore debutta con una battuta che alleggerisca la trattazione. E allontani la noia. È un uso simpatico che diventa tragico nel pidgin english, nell’adattamento dello stilema a tutti i parlatori che fanno proprio l’inglese, gli arabi sopratutto e gli asiatici in genere, alcuni latinoamericani, i tedeschi (con gli olandesi e gli svizzeri), e da qualche tempo i francesi. E nel suo trasferimento, per abitudine o vezzo, anche alla propria lingua.
Avendone fatta esperienza decennale per motivi professionali, non se ne saprebbe dire l’orrore. Lo humour va con la lingua, non si traduce.
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