Natale di gran festa per Casini, a fronte degli attestati di stima e mezzi pensieri di passaggio. Da Lusetti fino a Marini. La parziale assoluzione del sindaco di Pescara D’Alfonso ha fatto crescere i mugugni tra gli ex Dc del partito Democratico, e anche i sospetti. Lo scontro politico fra le due anime, coperto a Roma ma acuto in molte province, si è tramutato a caldo nell’accusa di un tentativo di manomissione della componente popolare a mezzo di una magistratura compiacente. Non con Berlusconi ma con Di Pietro e quindi con Veltroni.
Casini, subissato dalle telefonate di auguri di tanti ex amici, non si illude che una svolta sia imminente. Sa che il democristiano si vuole prudente. Per ora si limita a smarcarsi il più che può da Berlusconi, stanco di aspettarne la morte. Sul semipresidenzialismo com’è sempre stato, ma anche su questioni sulle quali finora aveva in sostanza concordato, le intercettazioni e la giustizia.
Si sposta verso sinistra, ma non al di là della linea divisoria, nessuno dei suoi lo seguirebbe in un’alleanza con gli ex Pci. Abbastanza però per fare da calamita verso la Margherita. La terza posizione, fuori dalla coalizione berlusconiana, non ha l’obiettivo di prendere voti a Berlsuconi, ma di prendere candidati a Veltroni.
Casini si è collocato in posizione intermedia per capitalizzare sul nodo che soffoca il Pd, e si gonfia, il solco tra le due anime, post-Dc e post-Pci. Rutelli stesso, che più di ogni altro della Margherita è stato finora legato all’anima diessina, nella persona di Bettini, suo creatore e sponsor politico, vuole smarcarsi. Attende di sapere come si muoverà la Procura di Roma quando saranno arrivate le famose carte preannunciate da Napoli, ma sta predisponendo una difesa, non solo legale. Su questo aspetto Rutelli si ritiene coperto: un’eventuale incriminazione non potrà isolarlo dai suoi assessori diessini, tra essi Morassut, il successore di Bettini alla federazione della capitale. Ma è sul piano politico che Rutelli è diventato improvvisamente attivista, al Comune, alla Provincia e nelle circoscrizioni. Tra i vecchi della Margherita per frenare la fuga verso Casini. E tra i nuovi del Pd, quelli che non erano parte dei due vecchi partiti, gli ambientalisti e i giovani.
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