Da Pescara a Potenza e a Napoli, va agli arresti la componente popolare, ex Dc, del Partito Democratico. Salvatore Margiotta, il deputato di Potenza, è ex Popolare. Luciano D’Alfonso, il sindaco di Pescara e federale regionale del Pd, era il leader della Margherita abruzzese. A Napoli Renzo Lusetti, il deputato democratico indagato (l’altro deputato, Italo Bocchino, del Pdl, è la solita foglia di fico cerchiobottista di questo tipo di inchieste), è esponente di primo piano della ex Margherita. Vengono dalla Margherita o da I Democratici (“L’asinello”), gli assessori e ex assessori sotto accusa: Giorgio Nugnes, che si è suicidato a fine novembre, l’avvocato Felice Laudadio, grande esperto di giustizia amministrativa, l’ambientalista Ferdinando di Mezza, l’ex onorevole Giuseppe Gambale, focolarino e giustizialista, fedelissimo di Leoluca Orlando intemerato, e Ernesto Cardillo, l’esperto di bilancio che si dimise dopo il suicidio di Nugnes. I Democratici erano la formazione politica che Romano Prodi lanciò nel 1999, dopo la sua defenestrazione dal governo da parte di D'Alema, mettendo assieme la Rete, Italia dei Valori, molti sindaci, Rinnovamento di Dini, Fantozzi e Rivera, e l’associazione di Antonio Meccanico, di area prevalentemente ex cattolica, con qualche innesto laico. Alfredo Romeo, l’imprenditore al centro delle inchieste napoletane, fu sotto accusa già quindici ani fa in quanto collettore di tangenti per la Dc .
È un tutti contro tutti nel partito Democratico. Entro il più generale riassestamento della magistratura, delle Procure in primo luogo, su posizioni governative, se non berlusconiane,
c’è una guerra tra ex popolari e ex diesse nel partito Democratico. Per una serie di inchieste a Firenze e in Toscana che vedono sotto accusa i vertici diessini del Pd, e che a Firenze è stata sicuramente propiziata da ambienti ex popolari, tra essi i fratelli Della Valle, a Pescara, Potenza e Napoli è stato distrutto con gli arresti delle ultime ventiquattro ore una parte considerevole dell’establishment ex popolare.
La faida c’è, ma va anche detto che il colore dell’attacco ai bianchi del Pd resta nel complesso ambiguo. A Potenza l’iniziativa è stata presa da Woodcock, un pm che, come l’altro napoletano De Magistris, non è in quota alla sinistra ma semmai a un non dichiarato radicalismo di destra. De Magistris, com’è noto, ha messo sotto accusa mezza ex Dc di sinistra, Prodi, Mastella, Loiero, e la Compagnia delle Opere, al Sud collocata nel centro-sinistra.
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